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Whatsapp vs Telegram. Nelle speranze di Putin

by Eduardo Lubrano
26 Marzo 2022
in Europa, Storie, Tech, Ucraina
Whatsapp e Telegram

@Pixabay-arivera

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Parliamo di social media, del diritto all’informazione libera, alla libera comunicazione specie in un momento di guerra come quello che Russia ed Ucraina stanno affrontando.: Il tribunale di Tverskoy di Mosca ha riconosciuto le Meta Platform americane. Inc  (Facebook, Instagram, WhatsApp) come un’organizzazione estremista. Dunque sono state bloccate nel paese. Da subito, dall’inizio della guerra. In realtà Whatsapp e Youtube – che non fa parte di Meta – continuano ad essere permessi sia pure con lo sguardo indagatore degno del miglior, o peggior KGB (il servizio segreto russo) di una volta.

Perchè? Alcune ipotesi hanno trovato immediato credito. La prima è che il Cremlino non abbia tolto la “vita” a WhatsApp perché l’ha già a Instagram e Facebook, visti come la peggior espressione del demone occidentale, americano per essere precisi, portatori di fake news e di un mondo cattivo. E a conferma di questo ecco che la classifica dei social più usati ne paese riporta che Instagram e Facebook sono solo quarta e settima tra le prime dieci mentre Whatsapp e Youtube sono sul podio, insieme a Telegram. Attenzione a questo nome perchè potrebbe essere decisivo nella ricostruzione dei fatti.

Inoltre sebbene in preda a quelli che sembrano deliri di onnipotenza al Cremlino sanno bene che tirare la corda su alcuni aspetti della quotidianità, come Internet, i social media dopo che la maggior parte dei brand occidentali hanno lasciato il paese, potrebbe risultare un pò troppo per l’economia.

Whatsapp e Telegram
@Pixabay-Victoria_Borodinova

Cos’è Meta ed il nodo Telegram

Come molti sanno Meta è il nome della società originale, proprietaria di tutti i social media diMark Zuckerberg. Sull’origine del nome si stanno ancora scrivendo fiumi di parole. Meta è un parola del greco antico – del quale pare che Zuckerberg sia un appassionato –  che vuol dire “dopo”: dopo la fisica, dopo la matematica, dopo il verso (qui la questione del metaverso) dopo Facebook, Instagram, Whatsapp, ecc.ecc. Cosa ci aspetta dopo tutto questo, il ragazzo di White Plains ancora non ce lo ha detto. Resta il fatto che le attività di questo Meta ora in Russia sono considerate estremiste, ma perchè, e torniamo ala domanda iniziale, non Whatsapp che a gennaio 2022 ha registrato 86 milioni di utenti in Russia e sembrerebbe dunque un “luogo” classico per messaggi anche di tipo estremisti?

La risposta secondo alcuni analisti si chiama Telegram, l’app di messaggistica creata da Pavel Durov, fondatore anche del sito internet VK. Nato a San Pietroburgo – la città di Putin a volte il caso… – dove si è laureato in Filologia dopo aver trascorso gran parte della sua prima parte di vita in Italia, a Torino, al seguito del padre, latinista e professore universitario. La rivista Forbes oggi lo considera il 12° uomo più ricco al mondo ma…non è mai andato d’accordo con il potere del palazzo russo, il Cremlino. Tutto risale all’epoca delle proteste in Russia per i brogli elettorali di cui larga parte del Paesu accusa il governo alle elezioni presidenziali. VK, VKontakte – una sorta d Facebook russo – lascia che chiunque esprima le proprie idee. Ed allora entra nel mirino dei servizi segreti che chiedono a Durov di oscurare le pagine dei gruppi più estremisti. La risposta è no e da quel momento i rapporti si interrompono. Dopo poco i fratelli Durov – dietro Pavel c’è Nikolai il genio informatico di famiglia – sono costretti a cedere le loro quote di VK, si rifugiano alle isole Saint Kitty e Nevils e da lì nel 2013 danno vita a Telegram.

Che esplode nel mondo grazie alla maniacale cura dei fratelli Durov nella ricerca della privacy degli utenti. Ovviamente Putin ha cercato in tutti i modi di bloccare Telegram in Russia, a maggior ragione ora che Durov lo ha messo a disposizione degli ucraini, ma per adesso non c’è riuscito perchè è il social media più diffuso nel paese e non gli conviene. Così per adesso lascia libertà anche a Whatsapp – paradosso dei paradossi- del nemico americano sperando che tolga popolarità a quell’altro e smorzi i toni.

 

Tags: CremlinofacebookguerraInstagramMark ZuckerbergMetaNikolai DurovPavel DurovputinrussiaSocial mediasviluppo sostenibiletelegramucraina
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