1195798Frutta: c’è ne è sempre di meno di quella coltivata in Italia. Negli ultimi vent’anni abbiamo prodotto meno pesche, con la superficie coltivata a loro disposizione ridotta del 38 %, uva da tavola (-35%), pere (-34 %), limoni (-27%), arance (-23%), mele (-17%), clementine e mandarini (-3%). Una danno mica da ridere in termini economici assoluti e di occupazione. “Nel secolo scorso si contavano 8.000 varietà di frutta lungo la Penisola, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta” è scritto nel report di Coldiretti prodotto in occasione della Giornata Internazionale della Biodiversità
E perchè? In Italia la superficie destinata a colture legnose (come frutteti e vigneti) è di circa 2.5 milioni di ettari cioè il 25% della superficie boschiva totale. Il ruolo della frutticoltura nella tutela dell’ambiente deriva dalla sua capacità di catturare CO2: un ettaro di frutteto in produzione è in grado di catturare 20mila kg di anidride carbonica all’anno, contrastando le polveri sottili PM10 e abbassando la temperatura dell’ambiente circostante durante le estati più calde e afose. Non a caso, rilevano i dati Ispra, la differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2°C nelle città più grandi. Allora, torniamo alla domanda di partenza, perchè?
Consumo di suolo. Un problema del quale Impakter Italia si è occupato tante volte e del quale sembra che in Italia non si riesca a venire a capo.

Però siamo il paese più Green
Leggendo il rapporto di Coldiretti si scopre che l’Italia, nello specifico l’agricoltura italiana ha invertito la rotta negli ultimi anni ed è diventato il Paese più Verde d’Europa. “L’Italia – sottolinea la Coldiretti – è l’unico Paese al mondo con 5333 prodotti alimentari tradizionali censiti, 316 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 526 vini Dop/Igp ma è anche leader in Europa con quasi 80mila operatori nel biologico puo’ contare con Campagna Amica sulla più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori con diecimila punti vendita tra fattorie e mercati”.
A proposito del vino, orgoglio nazionale e da sempre territorio di aspre partite con i francesi, Coldiretti spiega che:” Sul territorio nazionale ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e su 533 varietà di olive contro le 70 spagnole. Senza dimenticare la riscoperta di grani antichi e dei frutti antichi mentre grazie all’impegno dell’Associazione italiana Allevatori (AIA) con il Progetto LEO, acronimo di ‘Livestock Environment Opendata’, ad esempio si stanno valorizzando ben 58 razze bovine per un totale di oltre 3 milioni e 130 mila animali, 46 ovine (oltre 52 mila e 800 animali) e 38 caprine (121 mila animali). Un patrimonio messo a rischio dai bassi compensi riconosciuti agli allevatori e dagli attacchi della fauna selvatica che spinge all’abbandono delle aree interne e montane”.