Scuola: il luogo dal quale tutto dovrebbe partire per la formazione dei cittadini di domani. Un diritto quello all’educazione sancito dalla Costituzione ed un dovere di ogni famiglia fare in modo che i propri figli ricevano almeno l’istruzione di base per potere essere liberi nelle scelte future. Ma ovviamente il Covid da due anni sta mettendo a soqquadro anche questo mondo ed a maggior ragione trattandosi di un mondo “affollato” dove i contatti ed i relativi rischi sono all’ordine del minuto.
Il 2022 si era aperto con il varo di “regole chiare per un rientro in presenza e in sicurezza”, aveva detto il Ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi. Ma dopo tre settimane da più parti del sistema scuola risuona una parola fortissima: caos.
Le regole dettate dal governo sono queste.
Scuola dell’infanzia – Servizi educativi per l’infanzia:
Con un caso di positività si applica al gruppo classe/alla sezione la sospensione delle attività, per una durata di dieci giorni.
Scuola primaria:
Con un caso di positività si attiva la sorveglianza con testing del gruppo classe: l’attività prosegue in presenza effettuando un test antigenico rapido o molecolare appena si viene a conoscenza del caso di positività (T0). Il test sarà ripetuto dopo cinque giorni (T5). In presenza di due o più positivi è prevista, per tutta la classe, la didattica a distanza per la durata di dieci giorni.
Scuola secondaria di I e II grado:
Con un caso di positività nella stessa classe è prevista l’autosorveglianza con la prosecuzione delle attività e l’uso delle mascherine ffp2. Con due casi nella stessa classe è prevista la didattica digitale integrata per coloro che non hanno avuto la dose di richiamo e hanno completato il ciclo vaccinale da più di 120 giorni e per coloro che sono guariti da più di 120 giorni. Per tutti gli altri è prevista la prosecuzione delle attività in presenza con l’autosorveglianza e l’utilizzo di mascherine ffp2. Con tre casi nella stessa classe è prevista la didattica a distanza per dieci giorni per tutta la classe.

Tutto chiaro? Pare di no
Il problema principale sembra essere quello delle quarantene. Per esempio Stefano Bonaccini, preidente dell’Emila-Romagna ha così sintetizzato la situazione:”Per le scuole bisogna fare in modo che anche per bambini e ragazzi vaccinati ci siano le stesse regole delle quarantene per gli adulti. Adesso che la curva si sta stabilizzando e poi dovrà cominciare a calare è necessario semplificare e rendere più comprensibili le norme”. Il Ministero della Pubblica Istruzione lavora per ridurre la didattica a distanza (e quindi il periodo di quarantena e isolamento) da 10 a 7 giorni, e ad una modifica delle regole dei tamponi alla primaria. Si sta anche valutando la realizzazione un vademecum per le famiglie e ad un’app per gli studenti per aiutarli ad orientarsi nel caos normativo.
Ma la voce di protesta più forte è quella dell’Associazione Nazionale dei Presidi, con il suo presidente, Antonello Giannelli:”Mentre la politica, è concentrata solo sull’appuntamento – di cui non disconosciamo la rilevanza – dell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, nella maggior parte delle scuole si lavora nel caos perché il servizio, completamente snaturato, deve supplire alle carenze di quello sanitario territoriale.
I dirigenti e i loro collaboratori non riescono più a occuparsi di questioni scolastiche ma esclusivamente di problemi sanitari e parasanitari. In un momento in cui sempre più alunni e studenti, colpiti dalla pandemia, avrebbero bisogno di particolari attenzione e cure. Un chiaro esempio di questa difficoltà è il fatto che la proposta di organizzazione dei licei quadriennali sembra aver riscosso un successo minore rispetto alle attese.
Il Presidente dell’ANP continua: “I dirigenti sono sottoposti a una pressione psicologica senza precedenti anche da parte dei genitori che chiedono loro conto della farraginosità della procedura e dell’inerzia delle ASL. Genitori che, nella maggior parte dei casi, sarebbero impossibilitati a lavorare se la scuola non ammettesse i loro figli alle lezioni in presenza. Con le conseguenze che possiamo immaginare sul piano sociale ed economico. Il principio secondo cui l’emergenza non conosce regole è valido, ma un’emergenza perdurante da due anni non può tramutarsi in un cronico stravolgimento delle regole. Chi, come noi, è in trincea è a disposizione per contribuire alla semplificazione del protocollo di gestione dei casi di positività in classe. Innumerevoli volte ne abbiamo reiterato la richiesta senza ottenere risposte”