La guerra in Ucraina non si ferma. Le truppe russe e i mercenari continuano ad avanzare, bombardare obiettivi militari e civili e a rinfoltirsi giorno dopo giorno. Nel frattempo ci sono le altre battaglie: quella economica delle sanzioni che sta iniziando a far collassare il fragile sistema economico russo; quella digitale, con il collettivo Anonymous che sta hackerando da giorni siti governativi, ferrovie, televisione di Stato, con Google che ha bloccato la funzione maps in Ucraina per non far rintracciare concentramenti di persone e Facebook che ha bloccato alcune funzioni in Russia per non diffondere notizie di regime. E poi c’è anche l’ingresso in campo di un gruppo di temibili mercenari russi appartenenti al gruppo Wagner, arrivati in Ucraina già prima dell’attacco militare, stando alle anticipazioni della Reuters.
SAN VALENTINO
Il 14 febbraio, l’agenzia di stampa inglese ha pubblicato un’esclusiva dove anticipava la presenza dei mercenari. Nella nota diramata si legge: “I mercenari russi legati alle spie di Mosca hanno aumentato la loro presenza in Ucraina nelle ultime settimane, alimentando i timori tra alcuni membri della NATO che la Russia possa cercare di escogitare un pretesto per un’invasione, hanno affermato tre importanti fonti di sicurezza occidentali. La Russia potrebbe anche usare i mercenari per seminare discordia e paralizzare l’Ucraina attraverso omicidi mirati e l’uso di armi specializzate, affermano le fonti…Le fonti della sicurezza occidentale hanno affermato che i mercenari si stavano schierando da compagnie militari private russe (PMC) con stretti legami con il Servizio di sicurezza federale (FSB), il principale successore del KGB dell’era sovietica, e l’agenzia di intelligence militare del GRU…Tra quelli schierati nelle ultime settimane c’era un ex ufficiale del GRU che lavorava anche nel gruppo mercenario Wagner. L’ex ufficiale si è recato a Donetsk, una delle due regioni dell’Ucraina orientale controllate dai separatisti filo-russi dal 2014, affermano le fonti”. Nei giorni successivi, sempre prima dell’inizio dell’invasione, il presidente russo Putin ha dichiarato che Wagner e altri gruppi privati non rappresentano lo stato russo né sono pagati da esso, affermando però che hanno il diritto di operare a condizione che non violino la legge russa.
CHI SONO I MERCENARI RUSSI
Secondo la ricostruzione del quotidiano on line indiano The Print, il gruppo Wagner è stato fondato nel 2014, quale società militare e di sicurezza privata che si ritiene venga utilizzata dal Cremlino per realizzare i suoi obiettivi strategici. Sulla carta, il gruppo Wagner è di proprietà privata, ma la sua gestione e le sue operazioni sono “profondamente intrecciate” con la comunità militare e dell’intelligence russa, afferma il centro di studi americano per gli studi strategici e internazionali (CSIS).
Un rapporto di Bloomberg del 2017 ha stimato che il gruppo sia composto da circa 6.000 mercenari. Queste milizie sono composte da soldati “freelance” che costano poco e sono più efficienti di una normale forza militare perché si può schierare un piccolo numero di combattenti per una missione mirata. Nel dicembre 2021 l’UE ha imposto sanzioni a otto persone e tre entità del gruppo in relazione a presunte violazioni dei diritti umani nella Repubblica Centrafricana. Inoltre ha accusato il gruppo di torture, esecuzioni e uccisioni arbitrarie e di “attività destabilizzanti” in regioni come il Donbas in Ucraina.
“Il gruppo Wagner ha reclutato, addestrato e inviato agenti militari privati nelle zone di conflitto di tutto il mondo per alimentare la violenza, saccheggiare le risorse naturali e intimidire i civili in violazione del diritto internazionale, compreso il diritto internazionale sui diritti umani”, ha affermato l’UE. Fondatore e capo del gruppo sarebbe un ex colonnello delle forze speciali, Dmitry Utkin. Nel 2017, l’amministrazione Trump lo ha sanzionato per il suo ruolo nel reclutamento di soldati per unirsi alle forze separatiste in Ucraina. Secondo il New York Times, i combattenti di Wagner hanno acquisito esperienza militare nelle guerre in Medio Oriente e prestano servizio come consulenti per la sicurezza di vari governi, inclusi Repubblica Centrafricana, Sudan e Mali.
LE CONFERME
Una settimana fa, il New York Times, ha riportato le affermazioni di due alti funzionari della sicurezza europea sulla presenza certa dei mercenari russi nelle enclavi separatiste ucraine. “I mercenari russi con esperienza di combattimento in Siria e Libia sono penetrati di nascosto in due territori ribelli nell’Ucraina orientale, contribuendo a gettare le basi per la guerra – si legge nell’articolo del quotidiano statunitense -. I mercenari, che finora sono circa 300, sono con il gruppo paramilitare russo Wagner e sono arrivati nelle enclavi separatiste di Donetsk e Luhansk in abiti civili, secondo i funzionari europei. I servizi di intelligence occidentali li hanno rintracciati mentre lasciavano la Libia e la Siria e arrivavano nella Crimea controllata dalla Russia, da dove sono filtrati nei territori ribelli, ha detto uno dei funzionari”. E ancora: “Lo scopo preciso dei mercenari è oggetto di dibattito. Uno dei funzionari ha affermato che i mercenari erano stati collocati nei territori ribelli per impegnarsi in sabotaggi e inscenare operazioni sotto falsa bandiera intese a far sembrare che le forze ucraine stessero attaccando obiettivi civili. Ma il secondo alto funzionario, che è con l’esercito ucraino, ha detto che i mercenari hanno iniziato ad arrivare due mesi fa e sono stati portati principalmente per riempire i ranghi delle forze separatiste, per far sembrare che i combattenti locali guidassero la carica”.
OBIETTIVO ZELENS’KYI?
Destabilizzazione, sostegno e addestramento, ma da alcuni giorni si parla anche di un possibile “mandato” arrivato dall’alto per uccidere il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, che è diventato il simbolo della resistenza ucraina. Due giorni fa, il prestigioso quotidiano britannico Times ha stimato una presenza di oltre 400 mercenari russi. Secondo le fonti consultate dai giornalisti del quotidiano, i mercenari stanno operando a Kiev agli ordini del Cremlino per assassinare Zelens’kyj e i membri del suo governo, preparando così il terreno a Mosca per prendere il controllo del Paese. Sarebbero arrivati cinque settimane fa con questo preciso obiettivo, il cui raggiungimento sarebbe ricompensato con un alto compenso finanziario.