Aria inquinata: non è da oggi che Impakter Italia si occupa dell’aria inquinata che tutti i giorni ognuno di noi respira. E che è una delle contraddizioni allo sviluppo sostenibile: come si fa a vivere meglio se non possiamo respirare bene? La domanda ce la siamo posta in tutti i modi ed abbiamo cercato tutte le risposte possibili.
Il problema è – come vedremo – che questo inquinamento è provocato dalle fonti fossili alle quali per ora nessun paese sembra intenzionato a rinunciare a favore della vera transizione ecologica, salvo episodi locali. E questo vuol dire che le cose vanno sempre peggio.
Nel 2020 sapevamo che circa 7 milioni di persone morivano per danni provocati dall’inquinamento dell’aria o ad esso direttamente connessi. Lo affermava sulla base di dati scientifici l’ONU. Oggi la stessa ONU ci mette di fronte ad una cifra ancora più spaventosa.
Un sorprendente 99 per cento della popolazione mondiale respira aria inquinata che supera i limiti approvati a livello internazionale, con impatti negativi sulla salute che si manifestano a livelli molto più bassi di quanto si pensasse in precedenza. Il dato evidenzia che quello dell’inquinamento dell’aria non è un problema di questa o quella zona del mondo ma di tutto il pianeta. Notando che i combustibili fossili sono responsabili della maggior parte delle emissioni nocive che sono legate a malattie acute e croniche, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha chiesto passi concreti per limitare il loro uso.
I dati dell’agenzia indicano che 4,2 milioni di persone muoiono a causa dell’esposizione all’inquinamento atmosferico esterno, oltre ai 3,8 milioni le cui morti sono legate al fumo domestico prodotto da stufe e combustibili sporchi. E sulla base della modellizzazione matematica dell’OMS dei dati disponibili sull’inquinamento atmosferico dall’80% delle aree urbane del mondo, indica che quasi ognuno di noi affronta un rischio maggiore di malattie cardiache, ictus, malattie polmonari, cancro e polmonite.
Per quanto deprimente e pericolosa sia questa situazione, l’agenzia delle Nazioni Unite per la salute insiste sul fatto che lo slancio per una migliore qualità dell’aria è cresciuto ovunque nell’ultimo decennio. La prova di questo è il fatto che più di 6.000 città in 117 paesi ora monitorano la qualità dell’aria, rispetto alle 1.100 città in 91 paesi un decennio fa.