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REPowerEU: come l’Europa pensa di affrontare la crisi energetica

by Eduardo Lubrano
14 Marzo 2022
in Energia, Europa, Primo Piano
energia

@Pixabay-Hans

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REPowerEU: già dal nome – almeno per chi conosce l’inglese – si dovrebbe capire che si tratta di un piano, un progetto per ridare potere energetico all’Europa. Adesso che non si capisce se la questione del gas russo avrà riflessi o meno sulla nostra energia. Una cosa è certa: tanto l’eventuale emergenza quanto il piano europeo ci costringeranno finalmente ad affrontare la questione delle energie alternative e rinnovabili. La famosa “transizione ecologica” della quale per ora poco s’è visto, quanto meno da noi. L’agenzia ANSA ha esaminato il piano nel detaglio.

Affrontando una discussione sul REPoerEU, la Commissione europea ha espresso parere favorevole su alcune azioni che potrebbero esser fate nel breve termine. La prima di queste riguarda un intervento diretto per nel mercato all’ingrosso del gas stabilendo “limiti di prezzo temporanei per ridurre l’effetto di contagio dei prezzi del gas sui prezzi dell’energia elettrica” .

Il documento prodotto dalla Commissione riporta anche la possibilità di due possibilità di intervento, una a breve ed una a lungo termine. Si tratta di misure per essere preparati al prossimo inverno e a eventuali interruzioni delle forniture russe, e l’anticipazione di una serie di azioni per potenziare le iniziative già in campo per rinnovabili ed efficienza nel lungo termine.

La  Commissione intende modificare le regole del mercato elettrico per mantenere l’energia a prezzi accessibili, senza perturbare l’approvvigionamento e gli ulteriori investimenti nella transizione verde. Il cantiere della riforma dovrebbe partire in aprile, dopo la pubblicazione del rapporto dell’Acer (l’Agenzia Europea per la Cooperazione e la Regolamentazione dell’Energia)sul tema.

Una appendice del documento è una guida per gli Stati Membri che vogliono regolamentare i prezzi al dettaglio per famiglie e imprese. Gli aiuti di Stato, su questo fronte, non saranno un problema e Bruxelles vuole riproporre lo schema del quadro di regole temporaneo già sperimentato durante la pandemia. Le consultazioni con gli Stati membri sono già iniziate.

energia
@Pixabay-qimono

Gli scopi del piano

L’obiettivo è fornire liquidità a tutte le imprese colpite direttamente o indirettamente dalla crisi, in particolare a quelle ad alta intensità energetica, affinché possano compensare parzialmente l’aumento dei costi dell’energia. Sarà ampliato il numero di settori in ammessi a beneficiare di aiuti di Stato nell’ambito del sistema per lo scambio di quote di emissione. Una seconda appendice al documento contiene informazioni dettagliate per gli Stati che vogliano tassare i proventi straordinari che gli operatori del mercato elettrico hanno realizzato con lo shock dei prezzi del gas. E ci saranno anche raccomandazioni per ridurre il consumo di energia in ogni Stato.

Entro aprile la Commissione metterà sul tavolo una proposta legislativa, con un obbligo di livelli minimi di stoccaggio gas per tutti gli Stati membri. I depositi andranno riempiti almeno al 90% entro il 1° ottobre di ogni anno. Gli Stati membri sono invitati ad agire subito, anche con il processo legislativo in corso. Sono previsti incentivi agli operatori del mercato del gas, e aiuti di Stato per i fornitori di gas, sotto forma di garanzie. Le infrastrutture del gas saranno classificate come “critiche”, con speciali disposizioni sulla trasparenza. La Commissione può coordinare le operazioni di riempimento dei depositi, ad esempio tramite appalti congiunti, raccolta di ordini e forniture corrispondenti. Si suggerisce una piattaforma europea congiunta per la stipula di contratti della fornitura di gas basata su negoziati bilaterali con i principali produttori.

La parte più ambiziosa del documento è intitolata REPower EU. Spiega come “affrancarci dalla dipendenza dei combustibili fossili russi, riducendola di due terzi già quest’anno”, ha annunciato il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans. Secondo i calcoli dell’Esecutivo Ue è possibile tagliare 100 miliardi di metri cubi di gas su 155 di importazioni totali dalla Russia già entro il 2022.

L’ingrediente principale della ricetta è l’aumento delle importazioni di Gnl fino a 50 miliardi di metri cubi. Dalla diversificazione delle fonti via gasdotto (ad esempio da Azerbaigian, Algeria, Norvegia) potrebbe risultare un risparmio di 10 miliardi di m3 all’anno sulle importazioni di gas russo.

 

Tags: Ansacris energeticaenergiagas russoREPowerEUsviluppo sostenibiletransizione ecologica
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