A Ovest dell’Ucraina, dove il “capoluogo” è Leopoli, c’è un doppio movimento: quello dei rifugiati ucraini, che scappano dagli scontri, per raggiungere la Polonia. O in altri Paesi limitrofi. Ed era preventivabile vista la crisi umanitaria causata dall’attacco russo. Ma c’è un altro spostamento, più pericoloso per l’evoluzione del conflitto: quello delle truppe di Mosca verso le principali città dell’area, che è a netta maggioranza ucrainofona.
La colonna di militari parte dalla Bielorussia, avamposto per gli assalti, spostandosi verso le località di Rivne e Lutsk. E mirando più a sud alle città più importanti. Si parla di quella zona dell’Ucraina molto vicina agli altri Paesi dell’Est Europa, Polonia in primis, che diventa approdo naturale per i primi profughi. Ma anche Slovacchia, in parte Ungheria e più a sud la Romania. E, finora, era considerata più tranquilla rispetto ad altre, proprio perché dal lato opposto dalla regione del Donbass, il casus belli individuato dalla Russia per attaccare l’Ucraina (qui spieghiamo l’importanza di questa zona).
La marcia verso Leopoli

La città principale nell’area occidentale del Paese è senza dubbio Lviv, meglio nota come Leopoli, una delle più grandi del Paese (oltre 700mila abitanti) non lontana dal confine polacco, dove non c’è solo un sistema di accoglienza, appena messo in moto. Sono dislocate le truppe della Nato. Questo rappresenta un ulteriore problema: i militari russi potrebbero arrivare praticamente a trovarsi di fronte all’Alleanza atlantica, che lì ha spostato le unità d’élite statunitensi di stanza in Europa. Una situazione che genera ulteriori preoccupazioni: con un livello di tensione così elevato, basta poco per innescare un “incidente” dalle conseguenze imprevedibili.
La strategia di Vladimir Putin, secondo gli analisti, potrebbe essere quella di intervenire lungo quel fronte, con lo scopo di tagliare i rifornimenti di armi provenienti dall’Occidente. Proprio nella giornata di ieri, infatti, è stato confermato l’invio di equipaggiamenti militari all’Ucraina da parte degli Stati Uniti e della Francia. Dopo qualche ora è addirittura arrivato il via libera della Germania, che sul tema era sempre stata molto cauta. Mentre l’Italia, al momento, dovrebbe mandare solo elmetti e giubbotti antiproiettili.
Ovest Ucraina: rischio “incidente” Russia-Nato

La catena di approvvigionamento, dunque, passa proprio da Ovest, dalla Polonia alla città di Leopoli. Un altro centro importante è rappresentato da Ternopil, che sarebbe uno snodo per le forniture da far arrivare all’esercito nei principali scenari di guerra. Tuttavia, questa iniziativa russa conferma, casomai ci fosse qualche dubbio, che l’operazione militare non è affatto la “denazificazione” annunciata dal numero uno del Cremlino, bensì un’invasione che punta al controllo dell’intera Ucraina. Fino a rischiare lo scontro diretto con la Nato.
Intanto, nell’area occidentale del Paese, stanno affluendo decine di migliaia di persone in fuga dalle bombe (qui un primo punto della situazione). Molti sono scappati, appena scoppiato il conflitto, dalla capitale Kiev, ormai sotto assedio, ma anche da altre zone interessate dagli scontri. Al momento si parla di almeno 100mila persone che hanno già varcato la frontiera per richiedere accoglienza, ma la stima è che ci possano essere anche cinque milioni di rifugiati. Una prima risposta, sul piano umanitario, è già arrivata dalla Nazioni Unite, che hanno sbloccato risorse per venti milioni di dollari. “Rimaniamo fermamente impegnati a sostenere tutte le popolazioni colpite in Ucraina e nei paesi della regione”, ha dichiarato Filippo Grandi, capo dell’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati.