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Può un paese vivere senza camion ?

by Eduardo Lubrano
27 Settembre 2021
in 2030, Ambiente, Business, Europa, Primo Piano
camion

@piqsels.com-id-sptju

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I camion: ne vediamo tanti, troppi sulle nostre strade, eppure fermandosi a ragionare siamo costretti ad ammettere che senza di loro tutto ciò che ogni giorno vogliamo trovare sugli scaffali dei supermercati o a casa in tempo reale, viaggia su Tir, autoarticolati, camion, furgoni ecc.ecc. Addirittura nel nostro Bel Paese, l’80% delle merci viaggia su gomma. Una cifra insopportabile che da anni crea litigi e divisioni tra quanti sostengono che è necessario aumentare la quota del trasporto su ferro, cioè sui treni. Ne abbiamo parlato – dopo il video –  con l’Anita, l’associazione del settore, ma prima l’emergenza oltre Manica.

In questi giorni camion e camionisti stanno facendo parlare di sè perchè in Gran Bretagna si sono accorti che mancano circa 100 mila autisti, specie quelli che portano la benzina. La conseguenza è che si sono formate lunghe code alle stazioni di servizio come se fossimo alla vigilia di un conflitto. Alla fine il governo di Londra ha deciso che rilascerà migliaia di visti di emergenza ai camionisti stranieri per aiutare ad alleviare i problemi della catena di approvvigionamento che hanno portato al razionamento del carburante e agli scaffali vuoti dei supermercati. All’indomani della Brexit, migliaia di autisti stranieri hanno lasciato il Regno Unito, poiché non potevano più lavorare senza visto.  Gli analisti dicono che le carenze di carburante sono state causate dalla pandemia e dalla Brexit. Diversi settori avevano precedentemente avvertito che le forniture sarebbero state scarse. Molti scaffali dei supermercati sono rimasti vuoti per settimane. Il governo britannico, di fronte alla crescente pressione, ha ora annunciato uno schema di visto temporaneo per 10.500 camionisti e lavoratori del pollame. Ma questo difficilmente sarà sufficiente ad alleviare la pressione. Le stime suggeriscono che al Regno Unito mancano circa 100.000 autisti di veicoli pesanti.
Anche la frustrazione tra i cittadini sta crescendo. E con il Natale dietro l’angolo, la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente.

Non solo un problema inglese

Dei problemi della Gran Bretagna avevamo già scritto qui.Ora la situazione nel Regno Unito ha fatto deflagrare la questione dei camionisti in tutta Europa. TransportIntelligence ha pubblicato un rapporto su questo fenomeno, da cui emerge che in Europa mancherebbero almeno 400mila camionisti. I Paesi più colpiti sono, nell’ordine, la Polonia, la Gran Bretagna e la Germania. In Polonia mancherebbero addirittura 124mila autisti di veicoli industriali, ossia il 37% del totale. In Francia (i dati sono del 2019) mancano 43mila unità,  in Spagna poco più di 15 mila. Nei Paesi scandinavi emergono cifre inferiori, anche per il minor numero di abitanti e quindi d’imprese di autotrasporto: 5000 in Svezia, 3000 in Norvegia e 2500 in Danimarca.

Impakter Italia ha parlato con l’Associazione Nazionale Imprese e Trasporti Automobilistici, Anita, :” In Italia mancano tra i 15 mila ed i 20 mila trasportatori.Il problema è serissimo perchè fino a quando la maggior parte delle merci viaggerà su due ruote, assicurare il loro trasporto in tempi e modi corretti è una priorità del mercato e dell’economia nazionale. I motivi di questa diminuzione sono tanti: i guadagni che sono minori di un tempo; il ricorso a lavoratori comunitari che ha reso superfluo il fatto che la patente C si prendeva durante la leva; nonostante gli adeguamenti delle leggi, rimane un lavoro usurante ed i giovani preferiscono fare altro. Noi stiamo lavorando col Ministero dell’Istruzione perchè nel percorso degli Istituti Tecnici Trasporti e Logistica, magari all’ultimo anno si possa inserire la patente C ed una specializzazione per la guida degli autoarticolati o camion. Un’altra cosa che stiamo facendo – col Ministero dei Trasporti – è di popter aumentare la quota di immigrati regolari con la patente C o ai quali far prendere la patente C in tutta sicurezza e sotto il controllo delle autorità italiane. I problemi potrebbero essere nel breve-medio termine che i prezzi si alzino perchè un ordine di 20 mila colli per esempio, non può più essere soddisfatto da un autista quindi l’azienda è costretta a diminuire il suo fatturato o ad intervenire sui prezzi. Non siamo ai livelli della Gran Bretagna per carità, ma bisogna fare in fretta anche perchè l’autunno è una stagione cruciale per il settore“.

 

Tags: AnitaAssociazione Nazionale Imprese e Trasporti Automobilisticicamiongran bretagnamercisviluppo sostenibileTrasnportIntelligencetrasporti
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