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Home 2030

Primo Maggio: i morti sul lavoro

by Eduardo Lubrano
30 Aprile 2022
in 2030, Opinioni, Politica, Primo Piano, Salute
Lavoro

@Pixabay -Clker-Free-Vector-Images

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Lavoro: partiamo dalla fine. C’è  una proposta di legge che si chiama “Omicidio sul lavoro e lesioni sul lavoro“. Se siamo a questo – e ci siamo – vuol dire che il problema lavoro nel nostro Paese non è solo che non c’è,  ma che quello che c’è è pericoloso, perchè ci si muore. I fatti lo dimostrano: dal 2018 al 2021 ci sono stati 4713 decessi sul lavoro escludendo gli 811 dovuti al Covid. E quet’anno siamo già a 189 al 29 aprile. Una strage.

Nei due anni colpiti dalla pandemia il numero di incidenti e di morti si è abbassato perchè le aziende hanno chiuso, ma appena l’economia ha ripreso a muoversi. – qui l’analisi che ha fatto nove mesi fa Federica Pennelli –   c’è stata l’impennata che abbiamo sottolineato. Siamo l’unico paese che nn ha una strategia nazionale di prevenzione per gli infortuni. Mancano i modi ed i tempi giusti per lavorare; i ritmi e la formazione del personale, non esiste un’organizzazione del lavoro generale che sia attenta alla salute ed alla sicurezza dei lavoratori.

I macchinari spesso sono vecchi, i giovani sono messi al lavoro su macchine che non conoscono, gli over 50 e 60 affidano all’esperienza il fatto di cavarsela ed in generale le procedure di sicurezza sono disattivate. Si muore in strada, nel campo dell’edilizia, nell’agricoltura, nel settore metallurgico e le ragioni più frequenti per i decessi sono le cadute dall’alto, lo schiacciamento, crollo dei muti, ribaltamento dei mezzi, e l’essere fulminati. Vien da chiedersi: ma son cose da paese civile?

lavoro
@Pixabay-Emphyrio

Qui esiste un doppio problema, sia il fatto che in molti casi siamo in presenza di lavoratori precari, in molti casi di un sistema di appalti, in molti di fronte a poca formazione”.Questo è il pensiero del segretario generale della Cgil Maurizio Landini. “Allora credo che sia necessario vincolare maggiormente la formazione, perchè solo la formazione determina un elemento di prevenzione, e dall’altro lato serve investire ancora di più sugli enti che possono garantire la sicurezza.. Quando parlo di formazione parlo anche di formazione degli imprenditori e quando parlo di investimenti non parlo solo di assunzioni all’ispettorato del lavoro, ma sto pensando anche a tutti i tagli che in questi anni sono stati fatti sulla sanità pubblica e sui servizi di medicina territoriale”.

Quanto costa la sicurezza?

Partiamo elencando i documenti che sono obbligatori:

– La valutazione dei rischi aziendali ( in tutte le aziende );

– Il piano operativo di sicurezza ( in caso di cantieri )

La valutazione dei rischi per una piccola impresa catalogata a basso rischio, come un bar, un ufficio, un ristorante ha un costo che varia dai 150 ai 250 euro, invece per le aziende più grandi il prezzo è superiore in quanto devono essere valutati più rischi come ad esempio in una azienda agricola o in una fabbrica oltre al rischio da videoterminalista, microclima , dovranno essere valutati i rischi del rumore, delle vibrazioni , incendio, esplosioni, il rischio chimico e quindi sarà un costo maggiore da sostenere per l’impresa, i prezzi che applichiamo sono comunque contenuti e non superano quasi mai i 500 euro anche per le grandi aziende.

In secondo luogo c’è la formazione del personale dipendente, dei soci lavoratori e delle figure obbligatorie che devono essere nominate all’interno dell’azienda. Le figure obbligatorie per una piccola azienda sono:il responsabile della sicurezza ( RSPP ) ; il rappresentante dei lavoratori ;l’addetto all’antincendio e gestione emergenze ;l’addetto al primo soccorso aziendale .

Per il responsabile della sicurezza ci sono varie opzioni, o il datore di lavoro , quando la legge lo prevede, si assume in proprio l’incarico e frequenta un corso di formazione di oltre 100 ore , oppure nomina un responsabile esterno.

Il rappresentante dei lavoratori è una figura che fa da tramite tra i lavoratori e il datore di lavoro ed è obbligato a frequentare un corso di 32 ore del costo di circa 200 euro. In più è obbligatoria la formazione e informazione dei lavoratori sui rischi generali che ha un costo di circa 30 euro. Il corso per l’addetto antincendio e primo soccorso sono di circa 70 euro l’uno quindi per essere in regola si spenderanno circa 200 euro per la valutazione dei rischi, 200 euro per la formazione dell’RLS, 140 euro per la formazione dell’addetto antincendio e al primo soccorso per un totale di 540 euro. Poi c’è il costo dell’attrezzatura per i singoli lavoratori che varia da settore a settore.

Lavoro
@Pixabay-Iannovergall

Conviene eludere le norme sulla sicurezza?

Secondo alcuni sì, secondo altri no. Le cifre sono queste. Tutto è previsto dal Testo Unico sulla Sicurezza, introdotto con il D. Lgs.  n. 81 del 9 aprile 2008. In caso di mancata designazione, formazione e addestramento degli addetti al primo soccorso e al sistema antincendio l’azienda responsabile rischia una multa che va da un minimo di 750 euro ad un massimo di 4000 euro. Queste due figure sono obbligatorie per qualsiasi azienda. La pena pecuniaria può essere commutata anche nella detenzione da un minimo di 4 ad un massimo di 8 mesi.

Per i datori di lavoro “distratti” (che non si occupano della formazione dei propri dipendenti) la legge prevede una multa da 1200 euro a 5200 euro o il carcere da 2 a 4 mesi. Per chi, invece, non fornisce ai propri lavoratori tutte le necessarie informazioni concernenti la sicurezza sul luogo di lavoro possono finire agli arresti dai 4 agli 8 mesi oppure ricevere una sanzione pecuniaria oscillante tra i 1500 e i 6000 euro. La mancata riunione periodica circa le eventuali modifiche da apportare alla sicurezza, per le aziende che presentino più di 15 dipendenti, è punita con una multa che va da un minimo di 500 ad un massimo di 6600 euro. Anche la totale assenza del (DVR) o la sua compilazione deficitaria, così come la mancata verifica da parte del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS)  prevede multe salate (tra i 2000 e i 4000 euro).  La mancanza di un Responsabile del Servizio Protezione e Prevenzione (RSPP) comporta all’azienda una perdita tra i 2500 euro e i 6400 euro.

Dice Andrea Orlando, Ministro del Lavoro:”Stiamo lavorando per potenziare l’ispettorato, per introdurre regole più stringenti sul fronte della formazione e del rispetto dei contratti, per intervenire anche con sanzioni più tempestive. Le imprese chiuse per inadempienza alla normativa del lavoro sono state quasi il doppio dello scorso anno e più del doppio nell’ambito dell’edilizia. Naturalmente le cose che si fanno oggi danno frutto in un periodo medio lungo e purtroppo quello che succede oggi è anche il frutto di quello che non è stato fatto, o non è stato fatto a sufficienza, in passato. Oggi si muore ancora sul posto di lavoro perchè in questa fase c’è stata una forte crescita dei comparti che, come è noto, sono più frequentemente teatro di incidenti gravi, a partire dall’edilizia. Siamo tutti contenti della ripartenza dell’edilizia ma il rischio qui è molto più alto che in altri settori“.

Belle parole e proponimenti. Che però sono vecchi anche questi. Nei Protocolli nazionali per il contrasto ed il contenimento del contagio in ambiente da lavoro, un testo del marzo 2020,  era prevista l’istituzione di un Comitato per l’applicazione e la verifica delle misure di tutela.

Il Testo Unico sulla Sicurezza è di 14 anni fa, i Protocolli sono di due anni fa: quand’è che qualcuno si deciderà ad applicare leggi e norme già scritte?

Tags: Andrea OrlandocgillavoroMaurizio Landinimorti prematuresviluppo sostenibileTesto Unico sulla Sicurezza
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