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Il PNRR è a rischio?

by Stefano Iannaccone
13 Dicembre 2021
in 2030, Ambiente, Politica, Primo Piano
Italia domani Recovery plan pnrr

Italia domani Recovery plan

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L’ingranaggio del Pnrr, il ben noto Recovery plan rischia di incepparsi. Per un un vuoto di personale in uno dei Ministeri chiave, quello della transizione ecologica (Mite) affidato a Roberto Cingolani. La causa, in realtà, ha ragioni lontane: la revisione del rapporto con la Sogesid, una società del Ministero dell’economia e delle finanze (Mef), che tuttavia gestisce per il Mite e per il Mims (Ministero delle infrastrutture e delle mobilitò sostenibili) una serie di attività, tra cui l’assistenza tecnica.

La storia della Sogesid

La Legge di Bilancio 2019 ha infatti autorizzato il Ministero della transizione ecologica (all’epoca con la denominazione semplice di Ministero per l’Ambiente) “ad avviare procedure concorsuali pubbliche per unità di personale da inquadrare nell’Area III-F1 e nell’Area II-F2, nonché ad assumere unità di livello dirigenziale non generale, anche al fine di prevenire l’instaurazione di nuove procedure europee di infrazione”.

Il Mite, per lo stesso motivo, è tenuto alla progressiva e graduale riduzione delle convenzioni stipulate con Sogesid per le attività di assistenza e di supporto tecnico-specialistico e operativo in materia ambientale, nella misura del 10 per cento per l’anno 2026. Entro il 2030 deve esserci l’azzeramento dei rapporti tra società e dicastero. Le attività  svolte dalla Sogesid dovrebbero essere internalizzate, attraverso un piano di assunzioni, ma l’operazione è meno semplice di quanto si pensi. I concorsi, infatti, non riescono ad assolvere alla richiesta di personale per le particolari competenze richieste. Con il pericolo di aprire un “buco”, proprio mentre sul tavolo arriva l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Le preoccupazioni sul Pnrr

Next GenerationEU Recovery Plan
Next GenerationEU Recovery Plan

La questione è stata denunciata, alla Camera, dal deputato del Partito democratico, Roberto Morassut. “Il 9 agosto 2019 è stata indetta una procedura concorsuale per il reclutamento di 251 unità di personale non dirigenziale a tempo indeterminato da inquadrare nell’Area III-F1, le cui prove scritte sono state espletate il 9-14 settembre 2021”, riferisce l’atto depositato a Montecitorio. “Tale procedura non riuscirà a coprire neanche la metà dei posti disponibili”, evidenzia ancora Morassut.

Il motivo? “I partecipanti risultati idonei alla prova orale sono meno di 100 e anche l’autorizzazione di spesa per ulteriori 218 unità di personale non dirigenziale ad elevata specializzazione tecnica non riuscirà a colmare il fabbisogno del Ministero”. Un problema che ricade su un dicastero “caratterizzato da una cronica carenza di personale, ulteriormente aggravata, negli ultimi anni, dall’elevato tasso di pensionamento”, spiega Morassut, che nel governo Conte bis è stato proprio sottosegretario all’Ambiente. 

Il parlamentare, insomma, chiede di far fronte alle “conseguenze dei tagli all’assistenza tecnica presso il Ministero della transizione ecologica”. Anche perché, come se non bastasse, c’è un alto tasso pensionamento del personale. Le risorse umane non arrivano, anzi vanno via. Mentre finisce per disperdersi il capitale di competenze della Sogesid. Da qui la proposta del Pd: provvedere all’internalizzazione al Mite di buona parte dei dipendenti della società. Così da risolvere un doppio problema, sia quello occupazione che l’altro relativo ai compiti da assolvere in vista del Recovery plan. 

Tags: Ministero transizione ecologiaPnrrRecovery PlanRoberto CingolaniSogesid
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