Combattimenti nel centro della città martire di Mariupol. Bombardamenti ad appena 70 km dal confine polacco. La guerra si fa ancora più cattiva e violenta. Dal mare navi da guerra sono pronte a cannoneggiare Odessa, città bellissima.
Odessa, quarta città per abitanti dell’Ucraina con oltre un milione di abitanti, attende in silenzio in questi giorni l’avvio dell’offensiva russa. Affaccia sul Mar Nero, è alle porte della Crimea, è prevalentemente di cultura russa, e ha uno dei porti commerciali più sviluppati dell’intera area, dunque è strategica per le folli mire colonialiste del “criminale di guerra”, come lo ha definito il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden. Pochi giorni fa, le navi da guerra russe sul Mar Nero hanno iniziato a bombardare a sud di Odessa: chiaro segnale di minaccia imminente per la città dove troneggiano le statue di Pushkin e Caterina la Grande, simboli russi non ucraini. La popolazione si sta preparando da settimane con barricate, rifugi, uomini e armi per la resistenza, pronta a non arrendersi come sta accadendo nelle altre città. Già a partire dal 25 febbraio erano state prese misure per fortificare la città in difesa dagli attacchi da terra e dal mare. Le spiagge sono state minate, sono state create trappole per i tank russi, e le strade sono piene di barricate. “Al momento gli ‘invasori russi’ hanno iniziato a sparare razzi e colpi di artiglieria dalle navi sulla costa ucraina nella regione di Odessa, vicino al villaggio di Tuzla” ha twittato ieri il consigliere del ministero degli Interni di Kiev Anton Gerashchenko. Il rischio che a breve inizi un altro massacro è davvero altissimo.
Una storia lunga mille anni
Odessa è una città meravigliosa che vanta mille anni di storia, trascorsi tra tragedie e splendori, crocevia da secoli di popoli e culture differenti, divenuta tra le città più cosmopolite al mondo nell’800, dallo scorso secolo ambìta meta turistica per le bellezze architettoniche, i centri termali e il mare. Una città che ha vissuto età dell’oro e miserie, distruzione e rinascita, rivolte e pacificazioni. Abitata in origine dagli sciti, divenuta sede di due colonie greche, Tyras e Olbia Pontica, terra di passaggio di popoli lituani e polacchi, a metà del XII secolo fu conquistata una prima volta dai tartari che trovarono uno sbocco in mare provenendo dal deserto. Nei primi decenni del XVI secolo divenne terra di conquista degli ottomani, che vi rimasero per più di un quarto di millennio, ossia fino al termine della guerra russo-turca. L’impero russo, appropriatosi del territorio, fondò ufficialmente Odessa nel 1794 e la fortezza turca di Yeni Dünya diventò presto il principale porto russo sul Mar Nero, trasformandolo in porto franco 25 anni più tardi. Questo, consentì a Odessa di diventare un nodo cruciale di transito per uomini e merci tra Asia e Europa. A metà del XIX secolo, complice la guerra di Crimea, Odessa fu bombardata da inglesi e francesi. Un secolo più tardi, durante la seconda guerra mondiale, fu occupata dall’esercito romeno spalleggiato dai nazisti, e il 22 ottobre 1941 iniziò una feroce rappresaglia contro i cittadini ebrei che in pochi giorni si concluse con l’uccisione e la deportazione di circa 45.000 persone. Il 10 aprile 1944, infine, fu liberata dall’Armata Rossa. Il sangue si sparse nuovamente il 2 maggio del 2014 durante la “strage di Odessa”. Alcuni estremisti di destra e neonazisti ucraini, sulla scia della rivolta di piazza Maidan a Kiev, massacrarono una cinquantina di persone tra impiegati della Casa dei Sindacati, manifestanti contrari al nuovo governo democratico ucraino, simpatizzanti filo-russi e membri di partiti di estrema sinistra.
Le mille culture di Odessa
Uno studio dell’International Republican Institute del 2015 rivela che il 68% della popolazione di Odessa è di etnia ucraina e il 23% di etnia russa, ma il 78% comunque parla la lingua russa in casa e soltanto il 6% quella ucraina. A Odessa, complice la sua lunga storia, vivono albanesi, armeni, azeri, bulgari, ebrei, georgiani, greci, italiani, polacchi, romeni, tatari di Crimea e turchi. Il suo passato multietnico, si evince anche dagli innumerevoli luoghi di culto differenti presenti nel cuore della città, che la rendono unica al mondo. Nel centro della città si trovano riunite la cattedrale ortodossa della Trasfigurazione, la cattedrale cattolica dell’Assunzione, la cattedrale greco-ortodossa della Trinità, la cattedrale luterana di San Paolo, il monastero di Sant’Elia, la chiesa evangelica presbiteriana, la chiesa cattolica di San Pietro, la sinagoga centrale, la sinagoga Brodskij e la moschea Al Salam. Passando al profano, Odessa ospita diversi preziosi musei, come quello d’arte Occidentale e Orientale che annovera opere di Caravaggio e Del Piombo, il museo archeologico, quello del cinema e di numismatica e tanti altri. Ha due teatri, cinque università, e dal 2010 ospita un Festival internazionale del cinema. Storia, cultura, arte e tradizioni, frutto di un melting pot secolare nel quale abbiamo avuto un ruolo importante anche noi, prima con i genovesi e poi con alcuni italiani che hanno lasciato il segno in città, come ad esempio l’architetto italiano Francesco Boffo, che contribuì alle bellezze di Odessa con la sua architettura neoclassica e neorinascimentale italiana, e la cui opera più famosa rimane la scalinata Potëmkin.