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Mariasole Bianco: “Finalmente l’Oceano!”

by Eduardo Lubrano
14 Settembre 2020
in 2030, Acqua, Ambiente, mare, Primo Piano
La Dr.ssa Mariasole Bianco

La Dr.ssa Mariasole Bianco

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“Finalmente l’Oceano. Per anni nei ragionamenti sull’ambiente sono sempre stati affrontate prima le questioni della conservazione delle foreste, dei boschi, del terreno e poi il mare. Nessuno vuole fare classifiche ma che l’ONU abbia istituito un decennio di studi ed azioni a tutele degli Oceani per me e tutti quelli che come me lavorano col e sul mare è una grande soddisfazione“.

Parole di Mariasole Bianco, biologa marina, oceanografa italiana di fama internazionale per la sua competenza e conoscenza della questione, che ad Impakter Italia torna a parlare a proposito di “The United Nations Decade of Ocean Science for Sustainable Development, 2021-2030” (Decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile 2021-2030 delle Nazioni Unite): sostenere gli sforzi per invertire il ciclo di declino della salute degli oceani e riunire gli stakeholder (tutti i soggetti, individui od organizzazioni operativamente coinvolti in un’attività) oceanici in tutto il mondo dietro un quadro comune che garantisca che la scienza oceanica possa sostenere pienamente i Paesi nella creazione di condizioni migliori per lo sviluppo sostenibile dell’oceano.

Oceano -License: Free for personal & commercial use

Cambio di rotta

Così definisce Mariasole Bianco la scelta dell’ONU di fare dei prossimi dieci anni un riferimento importante per la la salvaguardia e collaborazione con gli Oceani. “Dobbiamo tenere presente sempre – dice – che gli Oceani sono i nostri più grandi alleati nella lotta ai cambiamenti climatici. Dalla rivoluzione industriale ad oggi hanno assorbito il 93 per cento del calore in eccesso e senza questa attività incessante la temperatura sulla Terra sarebbe adesso di 36 gradi più alta. Questo decennio di studi rappresenta un traguardo iniziale per cominciare a conoscere nel dettaglio cosa c’è nei fondali marini visto che le conoscenze attuali ci danno una mappatura morfologica solo del 5%. Un traguardo ed un punto di partenza allo stesso tempo perchè nelle COP (Conference of Parties, le riunioni internazionali sul clima) l’Oceano è stato citato per la prima volta solo nella COP 21, quella di Parigi 2015″.

L’Oceano in Sud Africa – License: Free for personal & commercial use

Cosa aspettarsi da questo decennio

Mariasole Bianco e la sua Associazione Worldrise Onlus saranno chiamati il 22 ottobre al Teatro No’hma di Milano al primo lancio mondiale dell’iniziativa (di cui Impakter Italia è Media partner) dell’Unesco.”E’ certamente una rande soddisfazione ed un grande impegno per noi. Vogliamo essere un punto di riferimento per tutti, un’ispirazione per gli altri paesi che faranno la stessa cosa dopo di noi. L’idea sarebbe quella di creare un movimento unito dalla consapevolezza che questo elemento – che rappresenta il 71 per cento del nostro pianeta – è fondamentale per la nostra esistenza e quindi diventi oggetto e soggetto di attenzione quotidiana da parte di tutti, non solo di quelli che faranno un lavoro attinente al mare o gli “ambientalisti a vario livello e titolo” ma anche di chi farà l’avvocato, l’ingegnere, l’operaio, il giornalista, il bancario e via dicendo.  Nei nostri incontri con le scuole abbiamo capito che i ragazzi tra la quarta/quinta elementare e la prima media sono i più ricettivi per questo tipo di informazioni. Gli obiettivi principali di questo decennio secondo me per me sono tre. La ricerca per la conoscenza approfondita del mare. L’educazione all’oceano, farne capire l’importanza per non dover ogni volta raccontare i dati di cui abbiamo accennato prima ma anzi per far sì che quegli stessi dati siano la base di partenza noti a tutti per ragionamenti nuovi. Il terzo obbiettivo è concretizzare tutta la ricerca e la conoscenza che acquisiremo in iniziative concrete”.

C’è una strategia dell’Unione Europea per arrivare alla protezione del 30% delle coste marine del Vecchio Continente entro il 2030. E’ questa una delle iniziative di cui parla?

“Certamente. Abbiamo ormai stabilito che le aree marine protette rappresentano un grande risultato. Per la protezione della biodiversità innanzitutto. Ma allo stesso livello anche dal punto di vista sociale ed economico. Perchè sono uno strumenti di pianificazione dell’attività delle popolazioni interessate. Faccio un esempio. Nell’area protetta di Torre del Guaceto, i pescatori che all’inizio erano restii ad adattarsi oggi sono i più ferventi sostenitori e difensori dell’area. Perchè si sono accorti che grazie all’autoregolamentazione che si sono dati rispetto alla quantità di uscite in mare per pescare, oggi hanno più pescato di prima dell’istituzione dell’area protetta. C’è stato un aumento esponenziale in questo senso. Naturalmente bisogna fare un grande investimento nella sensibilizzazione della popolazione prima di istituire un’area protetta. Non è qualcosa che si può calare dall’alto e basta. E questo deve essere molto chiaro a livello Ministeriale.Io e tutti quelli della mia Associazione sentiamo in modo molto forte questa sfida, è una curiosità personale mia e di tutti: avere la possibilità di relazionarsi con la gente, riuscire a coniugare l’ambiente col sociale“.

Educazione, coinvolgimento, consapevolezza. Dove abbiamo già letto questi concetti di base recentemente su Impakter Italia, forse?

Tags: Associazione Worldrise OnlusMariaSole Biancooceanionusviluppo sostenibileThe United Nations Decade of Ocean Science for Sustainable DevelopmentUNESCO
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