Energia, ora più che mai l’argomento è d’attualità. Detto che probabilmente saremo obbligati – finalmente – ad una politica generale di risparmio sul consumo di energia in generale – il nostro paese sta compiendo piccoli ma importanti passi in avanti nel settore che deve portarci ad abbandonare l’energia che deriva dai fossili ( carbone, petrolio e gas naturale) : e che guadagnata dalla loro combustibile viene convertita in elettricità ed in calore nelle centrali elettriche. Parliamo dunque, ancora una volta qui su Impakter Italia, delle rinnovabili.
Scrive Greenreport: ”
Il Gestore dei servizi energetici (Gse) ha aggiornato nelle scorse ore il documento Fonti rinnovabili in Italia e in Europa, fornendo i dati al 2020 sulla diffusione delle rinnovabili, che nell’anno della pandemia hanno coperto una quota pari al 20,4% dei consumi energetici totali dell’Italia, mentre l’Ue è arrivata in media al 22,1%.
Per il nostro Paese si tratta di un dato che ci permette di soddisfare l’obiettivo al 2020 fissato dalla direttiva 2009/28/CE (17%) ma, con le installazioni di nuovi impianti al palo ormai dal 2014, il target indicato dall’Ue per il 2030 a livello comunitario (40%) sembra lontanissimo.
Più nel dettaglio, in Italia le rinnovabili sono state in grado di coprire il 38,1% dei consumi elettrici (10,2 Mtep) – dove il 41% della produzione arriva dall’idroelettrico, il 21% dal solare, il 17% dall’eolico, un altro 17% dalle bioenergie e il 5% dal geotermico – il 19,9% di quelli termici (10,4 Mtep, di cui 7 da biomasse solide come legna o pellet) e il 10,7% nel comparto dei trasporti (1,3 Mtep di biocarburanti)”.
Insomma i soldi del Pnrr devono servire come in altri settori chiave del Pese, ad aggiornare le strutture e soprattutto a costruirne di nuove ed in fretta altrimenti anche i piccoli passi fin qui rilevati, saranno stati l’ennesimo spreco di fatica e risorse.
Qui l’articolo di Mauro Pasquini che racconta dell’installazione di una turbina eolica a Gubbio, nell’ottobre dello scorso anno.