E’ di qualche giorno fa la firma del capo dipartimento del Mipaaf (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) Giuseppe Blasi, che vedrà l’attuazione di uno standard pubblico di sostenibilità sul sistema nazionale di produzione integrata di vino, capace di mettere insieme il minimo comune denominatore in materia ambientale, economico e sociale. Frutto di una sintesi tra gli attuali protocolli pubblici e privati, come Equalitas (nato nel 2015), lo standard sostenibile del vino era stato inserito, lo scorso anno, all’interno del Decreto Rilancio e rimasto in attesa del decreto ministeriale, appena firmato.
Con il nuovo standard si farà riferimento a tutte le regole produttive e alle buone pratiche finalizzate a garantire il rispetto della natura, la qualità e sicurezza alimentare, la tutela dei lavoratori e dei cittadini, un adeguato reddito agricolo.
“Saremo i primi in Europa a dotarci di uno standard pubblico sostenibile per il settore vitivinicolo, un motivo di orgoglio. Ora serve accelerare con il disciplinare di produzione, per chiudere un quadro giuridico che consentirà alle imprese di applicare il nuovo modello già a partire dalla prossima vendemmia”. ha commentato il presidente di Unione italiana vini Ernesto Abbona.
Cosa prevede il decreto
L’adesione per i produttori vinicoli è volontaria, sono previste regole uniche in materia di impiego di agrofarmaci e di buone prassi in vigna e in cantina (circa 40), ma anche – una volta raggiunta la certificazione – un logo uguale per tutti riconoscibile ai consumatori. Per le imprese già in possesso di una certificazione ambientale viene data la possibilità di essere inserite – senza costi e per un periodo transitorio di due anni – nel nuovo standard della sostenibilità, evitando così doppi adempimenti.
Il comitato di sostenibilità vitivinicola
Tra le novità del decreto, c’è anche l’istituzione di un Comitato della sostenibilità vitivinicola (CoSVi), cui spetteranno i compiti di definire il sistema di monitoraggio della sostenibilità della filiera vitivinicola, compresa la determinazione dei criteri per l’individuazione del campione delle aziende a carico delle quali condurre l’indagine; individuare gli indicatori necessari alle valutazioni della sostenibilità della filiera vitivinicola; supportare il Mipaaf nella fase di confronto e consultazione del partenariato economico e sociale. Faranno parte del Comitato, a titolo gratuito, due rappresentanti del Mipaaf, quattro rappresentanti delle Regioni e Province autonome, due esperti del Crea (consiglio per la ricerca in agricoltura), un rappresentante di Accredia. Inoltre, a titolo consultivo, saranno scelti un rappresentante per ciascuno dei sistemi di valutazione della sostenibilità nel settore vitivinicolo facenti parte del Gruppo di lavoro per la Sostenibilità in Vitivinicoltura.