Inquinamento acustico, incendi e fenomeni climatici anomali sono considerati dalla comunità scientifica le tre grandi aree di crisi del presente e dell’immediato futuro. C’è un report, “Frontiers Report” dell’UNEP, l’Agenzia delle Nazioni Unite per la Protezione Ambientale che pur evidenziando la gravità della situazione, offre soluzioni, suggerisce azioni immediate e concrete quantomeno per arginare gli effetti.
Inger Andersen, la direttrice dell’UNEP in merito al report dice:””L’inquinamento acustico urbano, gli incendi e i cambiamenti fenologici – i tre argomenti di questo rapporto Frontiers – sono questioni che evidenziano l’urgente necessità di affrontare la tripla crisi planetaria del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità”. Una crisi che minaccia la salute pubblica e che sta sconvolgendo i cicli di vita naturali e che hanno profonde conseguenze ecologiche in tutto il mondo.
Cominciamo dall’inquinamento acustico. Secondo il rapporto, i suoni indesiderati, prolungati e ad alto livello provenienti dal traffico stradale, dalle ferrovie o dalle attività del tempo libero, danneggiano la salute e il benessere umano.
Il fastidio cronico e i disturbi del sonno causati dal traffico possono provocare gravi malattie cardiache e disturbi metabolici nei giovanissimi, e colpire soprattutto gli anziani e le comunità emarginate vicino alle strade trafficate. L’inquinamento acustico minaccia anche gli animali, alterando la comunicazione e il comportamento di varie specie, tra cui uccelli, insetti e anfibi.
Il rapporto incoraggia i pianificatori urbani a dare la priorità alla riduzione del rumore investendo in infrastrutture urbane che creano paesaggi sonori positivi, come cinture di alberi, pareti verdi e più spazi verdi nelle città, offrendo anche diversi benefici per la salute. La Ultra-Low Emission Zone di Londra, le nuove piste ciclabili sulle strade larghe di Berlino e il piano nazionale dell’Egitto per combattere il rumore sono esempi positivi che possono essere sfruttati mentre il mondo torna a costruire meglio da COVID.

Arginare gli incendi
Il rapporto ha sottolineato che tra il 2002 e il 2016, una media di 423 milioni di ettari della superficie terrestre – circa la dimensione dell’Unione europea – è bruciata, proiettando che gli incendi pericolosi diventeranno probabilmente più frequenti, intensi e duraturi, anche in aree precedentemente non interessate dagli incendi.
Il cambiamento climatico può provocare incendi estremi, generando fulmini che possono accendere altri incendi, ben oltre il fronte del fuoco e creando un cosiddetto ciclo di feedback pericoloso. Gli effetti a lungo termine sulla salute umana si estendono oltre coloro che combattono gli incendi, o gli evacuati, o coloro che hanno perso le case, ed esacerbano gli impatti tra coloro che hanno malattie preesistenti, donne, bambini, anziani e poveri.
Allo stesso tempo, il carbonio nero e altri inquinanti generati dagli incendi possono contaminare le fonti d’acqua, accelerare lo scioglimento dei ghiacciai, innescare frane e trasformare le foreste pluviali in pozzi di carbonio. Per affrontare tutto questo, il rapporto chiede maggiori investimenti per ridurre i rischi di incendi, sviluppare approcci di gestione della prevenzione e della risposta, e rifinanziare le capacità di telerilevamento, come satelliti e radar.

Biodiversità
La fenologia è la tempistica delle fasi ricorrenti del ciclo di vita, guidata dalle forze ambientali, e come le specie che interagiscono all’interno di un ecosistema, rispondono alle condizioni mutevoli.Le piante e gli animali negli ecosistemi terrestri, acquatici e marini usano la temperatura, la lunghezza del giorno o le precipitazioni come spunti per quando fruttificare, migrare o trasformarsi in altri modi.
Tuttavia, il cambiamento climatico interrompe questi ritmi naturali, in quanto piante e animali vengono spinti fuori sincronia con i loro ritmi naturali, portando a disadattamenti, come quando le piante cambiano le fasi del ciclo vitale più velocemente degli erbivori, dice il rapporto. Nel frattempo, gli spunti climatici locali che innescano la migrazione per gli uccelli non possono più prevedere accuratamente le condizioni di destinazione e i siti di riposo lungo il percorso.
E nelle colture, gli spostamenti fenologici nelle variazioni stagionali sfidano la produzione alimentare. Il rapporto sottolinea l’importanza cruciale degli obiettivi di conservazione, come il mantenimento di habitat adatti e la connettività ecologica, il rafforzamento dell’integrità della diversità biologica e il coordinamento degli sforzi internazionali lungo le rotte migratorie.
Soprattutto, sottolinea l’importanza di ridurre le emissioni di CO2 per limitare il tasso di riscaldamento.