Il 98% dei paesi non rispetterà gli impegni presi in materia di politiche climatiche. Questo il verdetto impietoso del nuovo indice di prestazione ambientale. È infatti previsto che prevede 176 paesi su 180 non raggiungeranno il livello di zero emissioni nette entro il 2050.
Che cos’è l’EPI
L’analisi ambientale globale più completa mai pubblicata, l’EPI (Environmental Performance Index) di quest’anno, utilizza 40 indicatori di prestazione in 11 categorie di problemi. Questi vengono poi aggregati in categorie di prestazioni riguardanti i cambiamenti climatici, la salute ambientale e la vitalità dell’ecosistema. I ricercatori dell’EPI trasformano i dati ambientali grezzi in indicatori che collocano i paesi su una scala da 0 a 100.
Pochi virtuosi e molti ritardatari: il 98% mancherà gli obiettivi
Il 98% è un valore che atterrisce. Ma è la realtà con cui abbiamo a che fare. Quest’anno, come nel 2020, la Danimarca è in cima alla classifica EPI. Ciò si basa su una forte performance del paese nordico per quanto riguarda la maggior parte degli indicatori EPI. In primis, il notevole successo nell’energia pulita e l’agricoltura sostenibile. La Danimarca è già sulla buona strada per raggiungere questi obiettivi. Il governo si è impegnato in modo vincolante a ridurre le emissioni del 70% al di sotto dei livelli del 1990 entro il 2030. Ad oggi circa due terzi dell’elettricità consumata nel paese proviene da energia pulita.
Il Regno Unito e la Finlandia si sono piazzati al 2° e 3° posto, ottenendo punteggi elevati per aver ridotto drasticamente le emissioni di gas serra negli ultimi anni. Nel complesso, le traiettorie 2010-2019 mostrano che solo la Danimarca e il Regno Unito sono sulla buona strada per eliminare le emissioni entro il 2050.
Anche Namibia e Botswana hanno ottenuto buoni risultati nella sezione sulle emissioni. Ma i ricercatori dell’EPI hanno incluso questi risultati “con avvertimenti”. Questo perché le emissioni di questi due paesi erano minime all’inizio e poiché è incerto come si svilupperanno con la crescita delle loro economie.
Nella classifica generale, i paesi con aspettative per le loro prestazioni climatiche come Svezia, Francia, Germania, Italia e Giappone si sono classificati tutti tra i primi 25 paesi, con la maggior parte dei punteggi in miglioramento rispetto all’EPI 2020.
Risulta invece che molti altri paesi hanno agito in modo insufficiente per ridurre le loro emissioni di gas a effetto serra. Tra questi: India, Cina, Turchia e Pakistan.
In calo gli Usa, preoccupazioni per India e Cina
Gli Stati Uniti si sono piazzati al 43° posto assoluto con un punteggio di 51,1. Sebbene ciò possa sembrare alquanto ambizioso, in realtà siamo ben distanti dai risultati fino ad oggi conseguiti dai “colleghi” occidentali come Regno Unito e UE. Inoltre, il ritmo di riduzione dell’America è risultato essere assai insufficiente. Soprattutto considerando quanto erano elevate le sue emissioni iniziali.
Traduzione parziale dell’originale presente su Impakter.com, scritto da Alba MacGillivray.