Mikhail Podolyak, consigliere del capo dell’Ufficio presidenziale dell’ucraina, ha sottolineato che l’Ucraina potrebbe, con mezzi militari, sbloccare i porti che esportano il grano ucraino, evitando così una crisi alimentare nel mondo. Lo ha scritto su Twitter. Podolyak ha richiamato l’attenzione sulla pubblicazione di The Economist, che ha discusso la necessità di concordare con l’Ucraina e la Russia la realizzazione di convogli alimentari internazionali nel Mar Nero. Lo riporta The Odessa Journal, aggiungendo altri particolari
Podolyak ha sottolineato che lo sblocco del mare è possibile, ma per questo le Forze Armate dell’Ucraina hanno bisogno di armi adeguate. “Contrattare con un Paese che ha preso in ostaggio centinaia di milioni di persone? Abbiamo un’idea migliore: il mondo dovrebbe accordarsi per trasferire all’Ucraina sistemi MLRS e altre armi pesanti necessarie per sbloccare il Mar Nero. Poi faremo tutto da soli“.
Come dalla spiegazione sul sito esercito.difesa.it, i sistemi MLRS sono :” Multiple Launch Rocket System (MLRS) è un sistema di artiglieria lanciarazzi multiplo che fornisce estrema precisione nel colpire gli obiettivi. I razzi di ultima tecnologia, dotati di Global Positioning System (GPS), da cui la nuova denominazione Guided Multiple Launch Rocket System (GMLRS), garantiscono una precisione che permette l’impiego in operazioni volte a colpire anche obiettivi puntiformi quali, ad esempio, bunkers o postazioni nemiche. Il lanciatore MLRS possiede un sistema di auto-caricamento e auto-puntamento altamente automatizzato ed è dotato di un computer di controllo del fuoco che integra le operazioni del veicolo e della rampa di lancio.
In precedenza, anche il presidente Volodymyr Zelensky ha espresso fiducia nell’apertura dei porti con mezzi militari: “22 milioni di tonnellate sono bloccate oggi, e i russi continuano a rubare ed esportare da qualche parte… Dobbiamo sbloccare queste rotte perché ci sarà una crisi nel mondo. Si può sbloccare in diversi modi, e uno dei modi è quello militare. Pertanto, ci rivolgiamo ai partner con tali richieste per quanto riguarda le armi appropriate“.

Le alternative via terra
Già qualche settimana fa quando il problema dei porti ucraini si cominciava a porre, sul Kyiv Post si scriveva che una delle possibili soluzioni per portar via il grano del paese e farlo comunque arrivare sui mercati di riferimento, fosse quello di trasferirlo da Odessa vero alcuni porti della Romania che si affacciano sul Mar Nero.
“Il grano del Paese viene caricato su treni, camion o chiatte nei piccoli porti danubiani di Reni e Izmail, nel sud-ovest, per essere trasportato al porto rumeno. L’invasione russa dell’Ucraina ha trasformato Costanza in un hub marittimo vitale per l’esportazione dei raccolti ucraini. Prima della guerra, l’Ucraina esportava attraverso i suoi porti 4,5 milioni di tonnellate di prodotti agricoli al mese: il 12% del grano mondiale, il 15% del mais e il 50% dell’olio di girasole.
Dobbiamo assicurarci che il grano arrivi sulle tavole dei consumatori senza ritardi per evitare il rischio di carestie”, ha dichiarato Viorel Panait, amministratore delegato della Comvex, che gestisce le materie prime sfuse di Constanza. “Speriamo di accelerare il ritmo… perché, data la sfortunata situazione che stanno vivendo i nostri vicini ucraini, dobbiamo aiutarli il più possibile”, ha dichiarato all’AFP.
La vicina Bulgaria ha dichiarato di essere disposta a contribuire all’esportazione del grano ucraino dal suo porto di Varna, sul Mar Nero, e si sta mettendo al lavoro per migliorare le sue infrastrutture. Nel frattempo, Constanza sta spostando i carichi il più velocemente possibile. La Lady Dimine, la nave carica di mais, è stata la seconda nave di grano dall’inizio del mese di maggio ad attraccare al molo 80, diretta in Portogallo una volta caricata.
La prima nave, carica di 70.000 tonnellate di mais ucraino, ha lasciato Costanza nel primo fine settimana del mese ed una terza è partita una settimana dopo. La prima nave, che trasportava un carico di 70.000 tonnellate, ha richiesto 49 treni o chiatte per essere riempita, ha detto Panait.Caricare navi di questo tipo in un porto non adeguatamente attrezzato significherebbe intasare le strade con migliaia di camion, ha aggiunto“.
Qui c’è tutto l’articolo del quotidiano ucraino