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Giornata mondiale del diritto alla salute tra pandemie e diseguaglianze

by Federica Pennelli
7 Aprile 2022
in 2030, Ambiente, Primo Piano, Salute
Giornata della salute

Il logo della Giornata della Salute

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Nella Giornata Mondiale della Salute 2022, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) focalizzerà l’attenzione globale sulle azioni urgenti necessarie per mantenere gli esseri umani e il pianeta sani e promuovere un movimento per creare società incentrate sul benessere. L’OMS stima che più di 13 milioni di morti nel mondo ogni anno sono dovuti a cause ambientali evitabili, questo include la crisi climatica che è la più grande minaccia per la salute dell’umanità: la crisi climatica è anche una crisi sanitaria. Nel mezzo di una pandemia, l’allarme riguarda il nostro pianeta inquinato, l’aumento di malattie come il cancro, l’asma e le malattie cardiache.

Salute e diseguaglianze

Il 7 aprile di ogni anno, a partire dal 1948, si celebra la Giornata Internazionale della Salute. Il 1948 è l’anno in cui si è tenuta la prima Assemblea dell’Organizzazione mondiale della Sanità, la quale ha deciso di istituire, attraverso la risoluzione WHA/A.2/Res.35, una giornata dedicata alla salute nel mondo . Lo scopo di questa ricorrenza  è quello di promuovere la sensibilizzazione sanitaria mondiale. Negli ultimi 50 anni, questa ricorrenza ha portato alla luce questioni sanitarie significative, quali la salute mentale, l’assistenza materno-infantile e il cambiamento climatico. Il tema conduttore della giornata di quest’anno è “Costruire un mondo più giusto, più sano”. “Il nostro mondo è un mondo diseguale” afferma l’OMS. “Come ha evidenziato la pandemia di Covid-19, alcune persone sono in grado di vivere una vita più sana e hanno un accesso migliore ai servizi sanitari rispetto ad altre – questo è dovuto interamente alle condizioni in cui si nasce, si cresce, si vive, si lavora e si invecchia”.

Covid dispositi protezione salute
Foto di rottonara da Pixabay

In tutto il mondo, alcuni gruppi di persone lottano per sbarcare il lunario con un reddito giornaliero minimo, sono costrette a condizioni abitative e di istruzione molto povere (o inesistenti) e ad una minore quantità di opportunità di lavoro. Vivono, inoltre, una maggiore disuguaglianza di genere e hanno poco o nessun accesso ad ambienti sicuri, acqua e aria pulita, sicurezza alimentare e servizi sanitari. Tutto questo porta inevitabilmente a inutili sofferenze, malattie evitabili e morti premature danneggiando le nostre società. “Tutto questo non è solo ingiusto, ma può essere evitato”. Ecco perché l’OMS chiede ai leader di garantire a tutti condizioni di vita e di lavoro a favore della salute. Al contempo, esorta a monitorare le disuguaglianze sanitarie e a garantire che tutti gli individui siano in grado di accedere a servizi sanitari di qualità, quando e dove ne hanno bisogno.

#VaccinEquity – Pandemie e accesso ai servizi sanitari

Il Covid-19 ha colpito profondamente tutti i paesi del mondo, ma il suo impatto è stato peggiore su tutte quelle comunità che erano già vulnerabili, che sono state più esposte alla malattia, che hanno avuto minori probabilità di accedere a servizi sanitari di qualità e maggiori probabilità di subire conseguenze negative, come risultato delle misure attuate per contenere la pandemia. Secondo il Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (Unric), l‘OMS ha lanciato un invito a tutti i paesi a lavorare insieme per garantire che, entro i primi 100 giorni dell’anno, la vaccinazione degli operatori sanitari e degli anziani sia in corso in tutti i paesi del mondo. La campagna del 2021, dal titolo #VaccinEquity, aveva  invitato i paesi e le compagnie farmaceutiche alla “solidarietà” per raggiungere questo traguardo. Questa azione mirava non solo a contrastare la pandemia, ma soprattutto le crescenti disuguaglianze che si trovavano e si trovano tuttora alla base di molte sfide globali in ambito sanitario, in cui i paesi ricchi hanno una posizione privilegiata.

Vaccino anti Covid 19 Omicron
Foto di Spencer Davis da Pixabay

Il nostro pianeta, la nostra salute

L’OMS attraverso la campagna 2022 “Il nostro pianeta, la nostra salute”, si domanda: siamo in grado di reimmaginare un mondo in cui aria, acqua e cibo puliti siano disponibili per tutti? Dove le economie sono focalizzate sulla salute e sul benessere? Dove le città sono vivibili e le persone hanno il controllo sulla loro salute e su quella del pianeta?
All’interno del documento del World Health Day 2022 si legge “Le nostre decisioni politiche, sociali e commerciali sono all’origine della crisi climatica e sanitaria. Più del 90% delle persone respirano aria malsana derivante dalla combustione di combustibili fossili.

Un mondo che si riscalda vede le zanzare diffondere malattie più lontano e più velocemente che mai. Eventi meteorologici estremi, degrado della terra e scarsità d’acqua stanno spostando le persone e influenzando la loro salute. L’inquinamento e la plastica si trovano sul fondo dei nostri oceani più profondi, sulle montagne più alte, e si sono fatti strada nella nostra catena alimentare. I sistemi che producono cibi e bevande altamente lavorati e malsani stanno guidando un’ondata di obesità, aumentando il cancro e le malattie cardiache, mentre generano un terzo delle emissioni globali di gas serra”.

La pandemia del virus Covid-19 ha evidenziato le disuguaglianze nel nostro mondo nonostante l’avvento della campagna vaccinale. La pandemia ha rivelato le debolezze in tutti i settori della società e ha sottolineato l’urgenza di creare società di benessere sostenibile impegnate a raggiungere una salute equa ora e per le generazioni future senza violare i limiti ecologici. L’attuale disegno dell’economia porta a una distribuzione iniqua del reddito, della ricchezza e del potere, con troppe persone che vivono ancora in povertà e instabilità.  Un’economia del benessere ha come obiettivi il benessere umano, l’equità e la sostenibilità ecologica. Questi obiettivi sono tradotti in investimenti a lungo termine, bilanci di benessere, protezione sociale e strategie legali e fiscali. Rompere questi cicli di distruzione per il pianeta e la salute umana richiede un’azione legislativa, una riforma aziendale e che gli individui siano sostenuti e incentivati a fare scelte sane.

Covid 19 – Nuove varianti e la Campagna Europea Right 2 Cure – No Profit on Pandemic

Mascherine Covid 19 pandemia
Foto di Anastasia Gepp da Pixabay

“Una nuova variante Sars-CoV-2, la Xe, si aggira per l’Europa – ha dichiarato Vittorio Agnoletto, coordinatore della Campagna Europea Right2cure No Profit on Pandemic – ma ben poco sappiamo di quali altre varianti si stanno già diffondendo nei Paesi più poveri e meno attrezzati, dove il numero dei morti continua a rimanere sconosciuto. Ma anche la tragica guerra in Ucraina, con la grave emergenza che ne consegue, rischia di essere un terreno privilegiato per la ripresa e diffusione della pandemia, ad oggi tutt’altro che debellata!” Tante le iniziative previste in varie città europee tra cui Bruxelles, Parigi e in Italia a Milano con un convegno che si terrà sabato 9 aprile, dal titolo “Il diritto alla salute fra guerre e pandemie”.

La richiesta di moratoria è fortemente sostenuta dall’appello di oltre 30 organizzazioni della società civile internazionale alla Commissione Europea, agli eurodeputati e al WTO, nel quale si chiede di non accettare la proposta cosiddetta di compromesso presentata dall’UE oltre che agli USA anche a India e Sudafrica: “Abbiamo sottoscritto questa lettera – ha sottolineato Vittorio Agnoletto – perché il testo dell’UE non solo prevede unicamente la sospensione dei brevetti sui vaccini e non di quelli sulla diagnostica e sui farmaci per il Covid, rinviati a tempi infiniti, ma anche  perché non mette in discussione una serie di norme di protezione sui vaccini e medicinali (segreti commerciali, dati scientifici e design industriale) come invece previsto dalla proposta originale di India e Sud Africa.

A tutto questo si aggiunge l’enorme sconcerto, per quanto emerso dall’inchiesta “Follow the doses”, realizzata da ricercatori francesi, tedeschi, olandesi e nigeriani sulle donazioni dei vaccini da parte dei paesi europei, fra cui l’Italia, alle popolazioni delle aree più svantaggiate: “E’ uno scandalo vergognoso – ha dichiarato Vittorio Agnoletto – che noi avevamo segnalato subito e sul quale ora ci sono prove sonanti: gran parte dei vaccini che il mondo ricco dona all’Africa sono scaduti o stanno per scadere e quindi sono inutilizzabili e per di più devono essere smaltiti, con pesanti costi aggiuntivi! Ma l’assurdo è che per i contratti capestro stipulati dalla Commissione UE, su mandato dei nostri Governi, dobbiamo chiedere il permesso a Big Pharma per fare le donazioni: non solo abbiamo finanziato la ricerca e la produzione, acquistato i vaccini, pagandoli una seconda volta, ma ora non li possiamo neanche donare liberamente ai diseredati della terra!”

Nessun profitto sulla pandemia – Tutte e tutti hanno diritto alla protezione dal Covid-19

L’iniziativa dei cittadini europei – composta da società civile e gruppi politici – chiede salute per tutte e tutti, trasparenza dei dati sui costi di produzione, i contributi pubblici, l’efficacia e la sicurezza dei vaccini e dei farmaci, il controllo pubblico del denaro speso e lo stop del profitto delle grandi aziende farmaceutiche sulla pandemia.

Per questo hanno attivato una campagna di raccolta firme, disponibile sulla piattaforma. In una pandemia “la ricerca e le tecnologie dovrebbero essere condivise ampiamente, velocemente, in tutto il mondo. Un’azienda privata non dovrebbe avere il potere di decidere chi ha accesso a cure o vaccini e a quale prezzo. I brevetti forniscono ad una singola azienda il controllo monopolistico sui prodotti farmaceutici essenziali. Questo limita la loro disponibilità e aumenta il loro costo per chi ne ha bisogno”.

Covid lavoro
Foto di Dmitriy Gutarev da Pixabay

I dati sui costi di produzione, i contributi pubblici, l’efficacia e la sicurezza dei vaccini e dei farmaci dovrebbero essere pubblici, insieme ai contratti tra autorità pubbliche e aziende farmaceutiche. Si punta il dito anche contro gli interessi delle case farmaceutiche: “le grandi aziende farmaceutiche non dovrebbero trarre profitto da questa pandemia a scapito della salute delle persone. Una minaccia collettiva richiede solidarietà, non profitti privati. L’erogazione di fondi pubblici per la ricerca dovrebbe sempre essere accompagnata da garanzie sulla disponibilità e su prezzi controllati ed economici. Non deve essere consentito a Big Pharma di depredare i sistemi di assistenza sociale”.

Tags: Covid 19pandemiasalute
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