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G20 Napoli, sul clima tutti d’accordo e tutti divisi

by Stefano Iannaccone
22 Luglio 2021
in 2030, Ambiente, Politica, Primo Piano
G20 Italia

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L’ambiente e il clima al centro dell’agenda. Per dare risposte tempestive, dopo gli allarmi scattati nel cuore dell’Europa (qui l’articolo di Impakter Italia), cercando di superare le molteplici diffidenze. Il G20 di Napoli, che inizia oggi 22 luglio e termina domani, è una delle tappe fondamentali per arrivare all’auspicata svolta sull’energia e sul modello economico. Ed è facile intuire che gli intenti comuni non siano così facili da raggiungere all’atto pratico.

Al summit si troveranno i ministri dell’Ambiente di tutti i Paesi più ricchi, sotto la presidenza italiana: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Germania, Francia, India, Indonesia, Italia, Giappone, Messico, Federazione Russa, Arabia Saudita, Sud Africa, Corea del Sud, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti. Tanto per rendere l’idea, i partecipanti coprono il 60% della popolazione mondiale, l’80% del Prodotto interno lordo e il 75% del commercio estero. Ma soprattutto molti leader hanno una visione opposta sulla strategia da perseguire. 

G20: obiettivo proposte globali

L’obiettivo generale è quello di fare la sintesi di lunghi mesi di incontri, confronti e discussioni tra le delegazioni e i tecnici internazionali impegnati nella ricerca di risposte coordinate, eque ed efficaci, capaci di porre le basi per un futuro migliore e sostenibile. “La Presidenza italiana del G20, consapevole del proprio ruolo, ha presentato proposte importanti sul piano globale per stimolare la comunità internazionale verso obiettivi ambiziosi”, spiegano.

Il 2021 è un anno chiave per la transizione ecologica, e quindi per il clima. Nei prossimi mesi sono in calendario numerosi eventi globali: la Conferenza delle Parti (COP) delle tre Convenzioni di Rio sui cambiamenti climatici, la biodiversità e la desertificazione (Unfccc, Cop26, Cdb Cop 15 e Unccd Cop 15), il lancio del Decennio delle Nazioni Unite sul ripristino dell’ecosistema, il Summit delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari e la conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani. La due giorni è strutturata intorno a dei gruppi di lavoro, che si occuperanno degli interventi in campo finanziario per andare nella direzione della sostenibilità. Scendendo nel dettaglio, si dovrà individuare la strategia per un deciso taglio alle emissioni e il raggiungimento della neutralità climatica nel 2050.

Lo stop di alcuni Paesi

“I temi centrali della discussione saranno il contrasto al cambiamento climatico, l’accelerazione della transizione ecologica, le azioni necessarie per rendere i flussi finanziari coerenti con gli obiettivi dell’accordo di Parigi”, spiegano i promotori. Ma non solo: l’obiettivo è quello di ottenere “una ripresa economica sostenibile e inclusiva grazie alle opportunità offerte in campo energetico da soluzioni tecnologiche innovative, l’implementazione delle città intelligenti, resilienti e sostenibili”. Sulla carta, dunque, tutti d’accordo: bisogna intervenire. Il problema, tuttavia, è capire con quale modalità. Paesi come  Brasile, Cina e Russia, infatti, spingono per un documento di intesa con contenuti generici. Insomma, nessun impegno stringente e vincolante.

Tags: ambientecambiamento climaticoclimasviluppo sostenibile
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