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Football is coming home? Forse no

by Eduardo Lubrano
10 Luglio 2021
in Giornalismi, Opinioni, Politica, Primo Piano
football

@pixabay

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Football is coming home? Mah…al di là della legittima felicità dei tifosi inglesi di vedere finalmente la loro Nazionale in una finale internazionale (la prima ad un Europeo, la seconda in assoluto dopo il chiacchierato Mondiale del 1966)  ma senza voler fare dietrologie di alcun genere alcuni fatti si possono rilevare in questo Europeo di calcio che domenica 11 luglio vivrà la finale tra Italia e padroni di casa a Londra. Abbiamo trattato la questione dei diritti umani e della confusione iniziale rispetto a chi voleva o meno inginocchiarsi.

Ci siamo occupati della preoccupazione di far finire Euro 2020 a Londra con le semifinali e la finale nonostante la variante Delta del Coronavirus stia spaventando tutti, compreso il nuovo Ministro della Salute di Sua Maestà la Regina, Sajid Javid, che ha paventato un rischio di aumento dei contagi fino a 100 mila al giorno.

Ora è il momento di una piccola considerazione tecnica, che già tutti hanno fatto e rifatto ma visto che siamo tifosi anche noi di Impakter Italia e che la finale sarà una sorta di derby in famiglia con il nostro fratello maggiore Impakter.com che è sull’isola di Albione, ci chiediamo: tutto il mondo è paese quando si tratta di calcio e di portare avanti una Nazionale a tutti i costi? Il minuto è il 101° della sfida tra i grandi invasori danesi, parliamo della metà dell’anno 800 dopo Cristo, e l’Inghilterra. Il punteggio è sull’1 ad 1 perchè ad una meravigliosa punizione del gioiello ospite Mikkel Damsgaard ha risposto un’autorete del capitano della Danimarca, Simon Kjaer, dunque tempi supplementari. E qui Raheem Sterling attaccante esterno destro inglese alla fine di un’azione condotta a grande velocità – come sua abitudine – ma giunta ad un punto morto, ha pensato bene di inscenare un tuffo nel quale l’arbitro, Danny Makkelie dall’Olanda, ha creduto di vedere un fallo della difesa danese.  Mentre Sterling entrava in area c’era un altro pallone in campo, il portiere danese ha respinto il tiro di Keane che però ha ribattuto in rete, fine partita 2 ad 1 per l’Inghilterra e tutti felici, noi compresi che ci caricheremo di più dall’avere di fronte la nazionale di casa, aiutata in modo così clamoroso come troppo spesso hanno detto della nostra, proprio gli inglesi.

https://youtu.be/SrLNmBkJ4QQ

 

Nelle settimane passate Italia, Germania ed altri paesi europei hanno chiesto di evitare il rischio Wembley dove ormai il governo inglese e l’Uefa che sembra abbiano stretto un patto d’acciaio, fanno entrare 60 mila ed oltre spettatori, i più senza mascherina perchè il governo di Boris Johnson ha così deciso. Ma per i tifosi dell’altra squadra – gli avversari dell’Inghilterra – o per i tifosi delle squadre che si sono affrontate nel mitico stadio londinese non c’è stata possibilità di entrare se non si era residenti nel Regno Unito. Per 1000 tifosi italiani fortunati ci sarà la possibilità di andare e tornare nella giornata di domenica, al modico prezzo di 610 euro a biglietto…che la Federazione Italiana Gioco Calcio darà a chi ne farà richiesta.

Insomma tutto sembra apparecchiato da camerieri cui le comande sembrano essere state date per motivi politici invece che con le regole del bon ton e della buona tavola. Specie perchè dietro le decisioni del governo inglese- discutibili ma assolutamente da rispettare – c’è quella macchina lucra soldi e senza un minimo di obiettività che è l’Uefa che mai ha risposto in modo autonomo e scientifico alle obiezioni sui rischi Covid. Mai ha nemmeno accettato il dibattito. Schiava del fatto che le squadre inglesi hanno dominato le finali delle Coppe Europee  – tre su quattro l’altra è stata il Villareal – è come se il massimo organismo del calcio continentale abbia organizzato tutto per dare un contentino all’isola della Regina Elisabetta, dopo la Brexit. Così fosse, nessuno ne sentiva. il bisogno e speriamo proprio di rovinargli la festa domenica sera.

Tags: CovidEuro 2020footballInghilterrapoliticasviluppo sostenibileUefavariante Delta
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