C’è da far chiarezza sulla questione energetica per quanto riguarda l’Italia, specie in questi giorni in cui tutti si chiedono cosa accadrà se la Russia chiuderà i rubinetti del gas? E specie perché tutti ci raccontano la mezza messa come si dice quando qualcuno non dice tutta la verità.
Un documento scritto da un esperto di energia collaboratore da vent’anni del WWF, in questo senso può aiutarci. L’allegato 1 di tale documento si chiama :”NOTA TECNICA. Perché aumentare la produzione nazionale di idrocarburi non è una soluzione percorribile per l’Italia”.
Scrive Massimiliano Varriale :” Negli ultimi mesi, complice l’innalzamento dei prezzi dei combustibili fossili, ad iniziare da quelli del gas naturale, sempre più politici e presunti esperti stanno sostenendo la necessità di incrementare le estrazioni di idrocarburi nazionali. In questa breve nota tecnica vedremo come tali poco lungimiranti auspici, oltre ad essere antitetici alla necessità di intensificare gli sforzi per una vera e rapida transizione energetica essendo le fonti fossili la prima causa dei cambiamenti climatici in atto, la stessa IEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia, ha invitato a bloccare gli investimenti nel settore estrattivo se si vuole raggiungere l’obiettivo di azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050, siano non fondati su una reale conoscenza della materia o, forse peggio, sulla volontà di restare ancorati agli interessi del mondo delle fonti fossili”.
Varriale volendo dirlo in altre parole?
“In Italia consumiamo fra i 73 ed i 76 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Le riserve sicure che abbiamo nel nostro sottosuolo sono di 45-46 miliardi di metri cubi, quelle probabili di 45-46 miliardi, mentre quelle possibili nel senso che noi pensiamo che ci siano ma sono quasi impossibili da estrarre, sono poco meno di 20 miliardi di metri cubi. Ecco perché importiamo tanto gas dalla Russia. Ma ecco anche perché non possiamo contare sul fatto che continuando a scavare troviamo il gas che ci serve. Anzi. Senza contare che le attività estrattive se dovessero essere incrementate richiederebbero un sempre maggiore costo in termini di energia necessaria alle operazioni, soldi e difficoltà. E non è valida la relazione tra aumento dell’attività estrattiva e riduzione delle bollette dell’energia a causa proprio delle irrisorie riserve nazionali: a quello si potrà arrivare solo se inizieremo la strada della transizione energetica alle rinnovabili. Inoltre fino ad oggi va sottolineato che la Russia non ha tagliato di un solo metro cubo le sue forniture, che tutti i mega contratti in essere sono rispettati. Piuttosto dobbiamo riconoscere che se ci fossero già dei gasdotti verso la Cina, l’Europa se la passerebbe molto peggio in termini di approvvigionamento”.

Che alternative abbiamo? Si è letto e detto che dovremmo incrementare i nostri rapporti con i paesi africani fornitori di gas per esempio
“Sono strade percorribili per il breve-medo periodo. Ma che comunque ci mantengono nell’area delle fonti fossili che vanno abbandonate. Il futuro è rappresentato dalle rinnovabili, dai diversi sistemi, dall’interconnessione delle reti energetiche. Perché il futuro è rappresentato dal sole e dal vento che essendo per loro natura intermittenti, producono un’energia che deve essere stoccata, conservata. L’idrogeno verde è un’alternativa energetica validissima ma solo per quei settori dove non è possibile utilizzare direttamente energia elettrica, tipo un’acciaieria. Dico questo perché l’idrogeno anche se verde è un vettore energetico che ha quindi bisogno di molta energia per essere prodotto e conservato e dunque torniamo al discorso di prima: tanti passaggi che necessitano di tanta energia prodotta da sole e vento”.
Cos’altro Varriale allora possiamo fare?
“Prima di tutto non possiamo permetterci di dimenticare come sta accadendo – anche se mi rendo conto dell’enormità della situazione in Ucraina – della questione dei cambiamenti climatici per i quali l’ultimo rapporto dell’IPCC ha lanciato l’ennesimo drammatico allarme. Ma soprattutto mi chiedo come mai, anche a fronte di una potenziale crisi energetica, non ho mai sentito dal governo nessun invito alla riduzione dei consumi energetici. L’efficienza deve essere sempre accompagnata dalla sobrietà”.