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Home 2030

Economia ecologica: sappiamo rinunciare alle comodità?

by Eduardo Lubrano
11 Giugno 2022
in 2030, Business, Primo Piano
economia ecologica

@Pixabay-Jconnejo

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Economia ecologica, cos’è? Si tratta di un approccio alla teoria economica incentrato su un forte legame tra equilibrio dell’ecosistema e benessere delle persone. Talvolta indicata come “economia verde“, si trova in forte contrasto con altre correnti di pensiero dell’economia. Ma non con l’economia circolare e con lo sviluppo sostenibile, anzi è una specie di base morale per entrambe.

L’ economista Nicholas Georgescu-Roegen, ispiratore della moderna economia ecologica, ha lasciato in eredità al mondo un “Programma bioeconomico minimale”, fondato sull’idea di ridurre gli sprechi e di usare le risorse scarse a nostra disposizione per godersi le comodità prodotte dallo sviluppo tecnologico. La sua teoria si sviluppo attraverso otto punti fondamentali, in testa ai quali c’è questa affermazione:”La produzione di tutti i mezzi bellici, non solo la guerra, dovrebbe essere completamente proibita». I conti son presto fatti, andando oltre l’indicibile sofferenza dei morti e dei feriti: il conto economico della guerra è ormai di 14 trilioni di dollari l’anno,  il 12,6% del Pil globale. Una cifra spaventosamente enorme rispetto agli investimenti che l’Onu ha stimato siano necessari per avviare concretamente in tutto il mondo la transizione verso la green economy, investimenti che ammonterebbero al 2 per cento del Pil globale.

La pace quindi come fondamento di qualunque forma di sviluppo sostenibile, economia circolare o economia ecologica che sia. Perchè per “la guerra l’umanità  spende ogni anno 6 volte di più di quanto sarebbe necessario investire per realizzare un’economia ecologica, in grado di creare lavoro e lenire le ferite che abbiamo causato all’ambiente che dà la vita” dice Georgescu-Roegen.

economia ecologica
@Pixabay-Quince Creative

Ed allora ecco gli otto punti dell’economia ecologica di Georgescu-Roegen, all’interno dei quali, i lettori troveranno temi che Impakter Italia ha trattati singolarmente.                                                                                    Nicholas Georgescu-Roegen

Primo, la produzione di tutti i mezzi bellici, non solo la guerra, dovrebbe essere completamente proibita. È assolutamente assurdo (e ipocrita) continuare a coltivare tabacco se per ammissione generale nessuno intende fumare. Le nazioni così sviluppate da essere le maggiori produttrici di armamenti dovrebbero riuscire senza difficoltà a raggiungere un accordo su questa proibizione se, come sostengono, hanno abbastanza saggezza da guidare il genere umano. L’interruzione della produzione di tutti i mezzi bellici non solo eliminerebbe almeno le uccisioni di massa con armi sofisticate, ma renderebbe anche disponibili forze immensamente produttive senza far abbassare il tenore di vita nei paesi corrispondenti.

Secondo, utilizzando queste forze produttive e con ulteriori misure ben pianificate e franche, bisogna aiutare le nazioni in via di sviluppo ad arrivare il più velocemente possibile a un tenore di vita buono (non lussuoso). Tanto i paesi ricchi quanto quelli poveri devono effettivamente partecipare agli sforzi richiesti da questa trasformazione e accettare la necessità di un cambiamento radicale nelle loro visioni polarizzate della vita.

Terzo, il genere umano dovrebbe gradualmente, ridurre la propria popolazione portandola a un livello in cui l’alimentazione possa essere adeguatamente fornita dalla sola agricoltura organica. Naturalmente le nazioni che adesso hanno un notevole tasso di sviluppo demografico dovranno impegnarsi duramente per raggiungere risultati in tal senso il più rapidamente possibile.

Quarto, finché l’uso diretto dell’energia solare non diventa un bene generale o non si ottiene la fusione controllata, ogni spreco di energia per surriscaldamento, superraffreddamento, superaccelerazione, superilluminazione ecc. dovrebbe essere attentamente evitato e, se necessario, rigidamente regolamentato.

economia ecologica
@Pixabay-goraster

Quinto, dobbiamo curarci dalla passione morbosa per i congegni stravaganti, splendidamente illustrata da un oggetto contraddittorio come l’automobilina per il golf, e per splendori pachidermici come le automobili che non entrano nel garage. Se ci riusciremo, i costruttori smetteranno di produrre simili “beni”.

Sesto, dobbiamo liberarci anche della moda, quella “malattia della mente umana”, come la chiamò l’abate Fernando Galiani nel suo famoso Della moneta (1750). È veramente una malattia della mente gettar via una giacca o un mobile quando possono ancora servire al loro scopo specifico. Acquistare una macchina “nuova” ogni anno e arredare la casa ogni due è un crimine bioeconomico. Altri autori hanno già proposto di fabbricare gli oggetti in modo che durino più a lungo (per esempio, Hibbard, 1968, p. 146). Ma è ancor più importante che i consumatori si rieduchino da sé così da disprezzare la moda. I produttori dovrebbero allora concentrarsi sulla durabilità.

Settimo (strettamente collegato al punto precedente), i beni devono essere resi più durevolitramite una progettazione che consenta poi di ripararli. (Per fare un esempio pratico, al giorno d’oggi molte volte dobbiamo buttar via un paio di scarpe solo perché si è rotto un laccio.)

Ottavo (in assoluta armonia con tutte le considerazioni precedenti), dovremmo curarci per liberarci di quella che chiamo “la circumdrome del rasoio”, che consiste nel radersi più in fretta per aver più tempo per lavorare a una macchina che rada più in fretta per poi aver più tempo per lavorare a una macchina che rada ancora più in fretta, e tosi via, ad infinitum.Questo cambiamento richiederà un gran numero di ripudi da parte di tutti quegli ambienti professionali che hanno attirato l’uomo in questa vuota regressione senza limiti. Dobbiamo renderci conto che un prerequisito importante per una buona vita è una quantità considerevole di tempo libero trascorso in modo intelligente.

Esaminate su carta, in astratto, queste esortazioni sembrerebbero, nel loro insieme, ragionevoli a chiunque fosse disposto a esaminare la logica su cui poggiano. Ma da quando ho cominciato a interessarmi della natura antropica del processo economico, non riesco a liberarmi di un’idea: è disposto il genere umano a prendere in considerazione un programma che implichi una limitazione della sua assuefazione alle comodità esosomatiche? (esterne al corpo,ndr).

Forse il destino dell’uomo è quello di avere una vita breve, ma ardente, eccitante e stravagante piuttosto che un’esistenza lunga, monotona e vegetativa. Siano le altre specie – le amebe, per esempio – che non hanno ambizioni spirituali, a ereditare una Terra ancora immersa in un oceano di luce solare.”

 

Tags: armieconomia circolareeconomia ecologicagreen economyguerraNicholas Georgescu-Roegensviluppo sostenibile
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