Quella dei migranti è una strage infinita. Proprio ai confini dell’Europa. Le cifre non necessitano di commenti: ci sono 23mila vittime in sette anni e un conteggio che si aggiorna giorno dopo giorno. Mentre alla frontiera tra Bielorussia e Polonia è scattata una nuova emergenza, la gestione delle politiche migratorie si confermano fallimentari da tempo. La certificazione è arrivata nei giorni scorsi, con la tragedia nel Canale della Manica, che ha riportato all’attenzione il fenomeno.
Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), infatti, dal 2014 almeno 166 migranti sono morti o sono dati per dispersi nel Canale della Manica. E 22.930 non sono riusciti ad attraversare il Mar Mediterraneo: le acque hanno inghiottito le loro vite e loro speranze. Per l’Unhcr solo nel 2021, circa 1.600 persone sono morte mentre cercavano di raggiungere l’Europa o la Turchia, partendo dai Paesi dell’Africa settentrionale. Proprio i dati dell’Onu descrivono il quadro: la Tunisia è il Paese da cui partono più persone alla ricerca di un futuro dignitoso in Europa.
Come raccontato anche su Impakter Italia, nell’intervista alla responsabile comunicazione del centro Astalli (qui per leggerla), anche le Canarie sono un punto sempre più caldo. A settembre l’Oim ha evidenziato un forte aumento delle morti e delle sparizioni di migranti in mare diretti alle Isole Canarie, dalla costa dell’Africa occidentale. I numeri sono significativi: alla fine di settembre, 785 persone, tra cui 177 donne e 50 bambini, erano morte o scomparse nel 2021.
Migranti in fuga da Siria e Afghanistan

“Un numero sempre crescente di persone sta tentando il viaggio in piccole imbarcazioni, non idonee alla navigazione, per fuggire da conflitti, povertà o persecuzioni in Afghanistan, Sudan, Iraq, Eritrea e altrove”, evidenzia l’Oim che si occupa delle migrazioni. Ma il fronte delle partenze non riguarda solo il continente africano: dall’inizio dell’anno, oltre 31mila hanno tentato la pericolosa traversata tra Francia e Regno Unito e 7.800 persone sono state salvate in mare, stando ai dati forniti dalle autorità francesi.
La tragedia delle scorse settimane, con un bilancio di almeno 31 morti, è solo una delle tante situazioni disperate. “Bisogna aumentare gli sforzi di ricerca e soccorso, stabilire meccanismi di sbarco prevedibili e garantire l’accesso a percorsi migratori sicuri e legali”, ha affermato il l direttore generale dell’Oim António Vitorino, parlando della situazione attuale.