La logistica sostenibile per evitare che il trasporto e lo stoccaggio delle merci sia vettore di emissioni inquinanti e puntando sul riuso, grazie alle opportunità del digitale. È una sfida complicata, sulla carta, ma che pure i grandi player stanno affrontando. Un esempio? Negli Usa la piattaforma dell’impresa sociale TerraCycle, con partner di livello globale come Nestlè, Unilever e PepsiCo, permette l’ordinazione di prodotti spediti in imballaggi riutilizzabili fino a cento volte. Praticamente zero sprechi. E non solo. Anche in Cina, esattamente a Xiongan, dal 2019 sono a disposizione veicoli automatizzati per le consegne, condivise dell’ultimo miglio. Il Manbang Group, invece, ha messo insieme un tema che va dai 5 ai 7 milioni di camionisti cinesi in una specie di “Uber dell’autotrasporto”.
Lo scopo? Utilizzare al massimo i vani di carico e risparmiare energia. Tornando nei confini nazionali, in Italia la start up marchigiana Edilmag, che ha realizzato il primo magazzino virtuale condiviso per l’edilizia: all’interno ci sono merci, strumenti e scarti di lavorazione. Tutto questo viene fotografato e mess in un inventario online, con tanto di geolocalizzazione a disposizione di imprese edili. Un altro caso di successo italiano è la CPR, azienda leader nel noleggio di cassette riutilizzabili a sponde abbattibili e di pallet. In pochi anni, ha prodotto significativi risultati in termini di impatto ambientale.
Logistica sostenibile e cambio del paradigma
Lo logistica sostenibile è stata raccontata durante l’appuntamento “Economia circolare e logistica collaborativa”, Quaderno numero 30 dell’associazione Freight Leaders Council (Flc). “Il settore della logistica presenta già ora molte soluzioni circolari efficaci e il ruolo che si appresta a giocare è fondamentale”, osserva il Presidente di Flc Massimo Marciani.

“Il cambiamento di paradigma – sottolinea – si deve manifestare fin dalla fase di progettazione, per far sì che prodotti e imballaggi generino minori emissioni di carbonio fino alla fine del ciclo di vita. Oltre a ottimizzare quanto già esiste nel settore della logistica, lo sviluppo dell’economia circolare è in grado di creare opportunità di business completamente nuove. Come in natura, bisogna pensare allo sviluppo di veri e propri ecosistemi sostenibili”. Da qui l’appello a “un cambiamento generale di mentalità, non solo per l’azienda di produzione, ma per l’intero settore della logistica, che deve adottare modelli di sharing, di condivisione delle risorse attraverso piattaforme digitali e fisiche”.
L’impegno del Mims
La questione investe ovviamente anche le istituzioni. Così, nella prefazione al Quaderno, il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha illustrato le caratteristiche della logistica sostenibile “Un sistema logistico resiliente ai cambiamenti climatici dovrebbe avere queste caratteristiche: garantire le consegne nonostante gli imprevisti, con priorità alla sicurezza rispetto alla tempestività; attuare una regionalizzazione dell’attività economica, con hub regionali collocati in territori sicuri dal punto di vista climatico; organizzare distanze di trasporto più brevi con volumi inferiori; migliorare la resilienza della catena di approvvigionamento, con capacità di spostare rapidamente le merci da una modalità di trasporto all’altra in caso di emergenza; trasformare gli attuali processi di consegna just-in-time, con la costituzione di magazzini vicini al produttore”, ha scritto il ministro.