L’Italia è a rischio flagello per il clima, a causa dell’emergenza. Con un impatto diretto sulle grandi città, da Milano a Napoli, fatto di allagamenti e rischio per i residenti. In che modo? “A Milano si sono registrati 150 eventi di piena negli ultimi 140 anni e in anni recenti si sono manifestati meno giorni piovosi, ma piogge più intense. A Napoli, piogge intense che fino ad oggi si sono verificate ogni 10 anni, potrebbero verificarsi ogni 4”.
È la sintesi dello studio pubblicato dalla Fondazione CMCC, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. Ma non solo: “A Venezia, ad esempio, negli ultimi 150 anni il livello idrico relativo della città è cresciuto di oltre 30 cm e la soglia critica è stata superata 40 volte negli ultimi 10 anni”, spiegano i ricercatori, mentre “a Bologna, la rete di drenaggio protegge la città dal rischio idraulico, secondo le proiezioni climatiche ci si aspetta per il futuro un aumento di intensità e frequenza di fenomeni di allagamento”.
Emergenza clima e decessi a Roma

Nel dettaglio, a Roma la situazione attuale è quella di una temperatura media estiva sopra i 30 gradi, che provocano già oggi fino a 600 decessi. Il trend del clima è quello di un incremento di oltre 3 gradi e mezzo delle temperature media in estate. Di contro c’è l’aumento di eventi estremi. L’allarme è quello di possibili esondazioni dei corsi d’acqua, visto che il 91% del territorio è impermeabilizzato.
A Milano, si diceva, non va meglio: dal 1990 al 2004 è cresciuta del 32,4% la mortalità legata al caldo, mettendo in pericolo soprattutto gli over 65. Anche in questo caso c’è una tendenza alla diminuzione delle giornate piovose e un aumento dell’intensità delle piogge. Le previsioni sono quelle di allagamenti più frequenti. Non è risparmiata Torino, dove viene segnalato l’incremento delle notti molto calde in estate (+13). Un quadro comune sul clima, seppure con specificità diverse, nelle sei città prese in esame.
I rischi per la salute

Spiega la docente Donatella Spano: “Se pensiamo al sistema urbano italiano, dove risiede oltre il 56% della popolazione, alle sue caratteristiche fisiche e strutturali per quantità e qualità del costruito, risulta chiaro che i nostri centri urbani sono dei veri hot-spot per le conseguenze del cambiamento climatico”.
“Questo – aggiunge Spano – comporta che fenomeni estremi come ondate di calore e precipitazioni intense possano produrre impatti la cui intensità è diversa che altrove, mettendo a serio rischio la salute e l’incolumità soprattutto delle categorie di popolazione più fragile”. Cosa bisogna fare, quindi? “Per limitare queste conseguenze negative, che dipendono molto dalle specifiche caratteristiche di una città, sono necessari studi e analisi mirati a individuare i rischi di ogni singola realtà urbana e a mettere in atto gli strumenti più adeguati di risposta che tengano conto delle peculiarità dei diversi territori”, conclude Spano.