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Covid, il bilancio casi e morti in due anni di pandemia

by Stefano Iannaccone
3 Gennaio 2022
in 2030, Mondo, Primo Piano, Salute
Vaccino anti Covid

Foto di Pete Linforth da Pixabay

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Delta e Omicron unite come uno tsunami pronto ad abbattersi sul mondo. A due anni dai primi casi di Wuhan, in Cina, il Covid fa ancora paura, eccome, nonostante sia arrivato lo scudo dei vaccini, principalmente nei Paesi più ricchi.  Le due varianti, infatti, camminano di pari passo, facendo impennare la curva dei contagi e di fatto riscrivendo la storia del “nuovo Coronavirus”, oggi ancora più aggressivo rispetto ai primi casi. L’allarme dell’Organizzazione mondiale della sanità è arrivata attraverso il direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Il bilancio attuale è già indicativo della catastrofe che è stato il virus. I dati ufficiali, a livello globale, raccontano di oltre 281 milioni di casi certificati in tutto il pianeta, senza considerare le decine di milioni di contagi sfuggiti ai radar per la mancanza di test, soprattutto nelle aree più povere del mondo. Secondo l’Oms i morti sono 5 milioni e 411mila. Una strage che è destinata ad aggravarsi nelle prossime settimane con la ripresa della pandemia, spinta dalle nuove varianti. Solo negli ultimi giorni, infatti, ci sono 45mila decessi legati al Covid nel pianeta. Un bollettino di guerra quotidiano che quasi non fa più notizia.

America ed Europa flagellate dal Covid

Stando ai dati ufficiali, i continenti più colpiti sono l’America (102 milioni di casi) e l’Europa (poco meno di 100 milioni). L’Asia arriva a 45 milioni, ma impressiona che in Africa ci siano stati solo 7 milioni di contagi. Una cifra così bassa è spiegata da vari fattori: il minore sforzo di ricerca di contagiati e quindi un “sommerso” cospicuo, una popolazione più giovane e meno vulnerabile alla malattia e una struttura sociale diversa rispetto a quella europea o anche americana. Gli Stati Uniti d’America risultano primi con il maggiore numero di casi, 52 milioni e mezzo, davanti all’India, che ha individuato poco meno di 35 milioni di contagiati. Dopo l’impennata dello scorso registrata tra aprile e marzo, la situazione è nettamente migliorata. A seguire c’è il Brasile con 22 milioni e 200mila casi. Anche in questo caso c’è stato un decremento, a dicembre, con il conteggio calato sotto i 10mila casi quotidiani. 

Il trend attuale vede l’Europa sotto i riflettori, a causa dell’inverno. I Paesi con un incremento maggiore dell’incidenza dei casi (negli ultimi 14 giorni) sono Malta, con un boom del +400%, e Islanda, a +202%. Ma la situazione peggiora anche in Spagna e Italia, che nelle scorse settimane erano quelli che stavano meglio rispetto agli altri. La percentuale è cresciuta del 196% in Spagna e del 116% in Italia. La Francia, che pure sta subendo una recrudescenza del contagio, si attesta al +51% rispetto dell’incidenza dei casi, meglio rispetto al Regno Unito che è al 70%. In controtendenza ci sono Croazia (-19%), Romania (-34%) e Repubblica Ceca (-50%), che tuttavia hanno vissuto la fase peggiore nell’ondata tra novembre e inizio dicembre. 

Tags: CoronavirusCovid 19Omsvariante Deltavariante Omicron
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