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Cambia il clima ma non l’amore per i fiori

by Antonio Lubrano
22 Settembre 2021
in Ambiente, Opinioni
antonio lubrano

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Una domanda all’apparenza stravagante: in un paese come il nostro, dove si va formando gradatamente una coscienza ecologica, qual è attualmente il rapporto fra gl’italiani e i fiori? La risposta ce la fornisce una recentissima ricerca di mercato. E le sorprese non sono poche. Ecco la prima: il 40% dei nostri connazionali si dedica al giardinaggio. Così come il 38% – una percentuale vicinissima alla prima -compra volentieri piante e fiori. In molte famiglie poi, sia al nord che al sud, c’è una vasca di erbe aromatiche: il 51%. E qual è il fiore che preferiamo su tutti? E’ persino troppo facile rispondere: la rosa. Seguono,nella classifica delle simpatie: le viole, i gladioli, le calendule, i gigli.

La ricerca soddisfa anche certe piccole curiosità. Esempio: quali fiori offriamo per una laurea? Rose e alloro.E per una prima comunione? Gigli, lilium e rose bianche. A Pasqua il fascio di giacinti, narcisi e tulipani sembra quasi d’obbligo. Va da se che la mimosa compare puntuale solo per la festa della donna. Una curiosità: i  crisantemi, come sappiamo, sono riservati ai defunti ma pare che sia una scelta esclusivamente italiana. Altrove nel mondo rappresentano la gioia: lo avreste mai immaginato?

    Il nostro Paese è anche tra i maggiori esportatori di fiori: siamo al quinto posto dietro Olanda, Colombia, Ecuador e Kenya. Lungo la penisola esistono 27mila aziende che producono fiori, con centomila addetti. Per dirla in soldoni questo settore vale 2,5 miliardi di euro.

Campo Di Fiori, Fiori, Campo, Alberi, Campo Dei Fiori

Per fortuna i vertiginosi mutamenti climatici non hanno inciso – almeno finora così pare – sulle fioriture stagionali. Le rose come i gigli, giusto per citare due sole specie, continuano a fiorire nei giorni giusti, in un tempo – va detto – nel quale certe stagioni hanno perso i segni che le annunziano. Pensiamo per  esempio, alla primavera (ora che siamo in autunno)e alle rondini: che fine hanno fatto?  Un’amara verità emerge dagli studi che gli esperti di clima conducono da tempo. Pare dunque che nell’arco di dieci anni il numero delle rondini che vengono a trascorrere in Europa la stagione dei fiori sia diminuito del 40% . Loro che ai primi freddi invernali migrano in Sud Africa volando per undicimila km, adesso scelgono altre rotte.

Qual è la causa di questo – come chiamarlo – “tradimento”? Le risposte degli studiosi del fenomeno non sono tutte concordi. Per esempio c’è chi attribuisce la rarefazione degli stormi ad alcuni volatili che attaccano le rondini: la cornacchia grigia e la gazza. Ma pochi credono a questi uccelli assassini. Così come sono assai rari i casi in cui il colpevole è l’uomo.  La tesi più accreditata, comunque, indica come veri colpevoli i pesticidi e – c’era di indovinarlo? – i frequenti mutamenti climatici. ”Partirono le rondini/dal mio paese freddo e senza sole..” : così diceva tanto tempo fa una vecchia canzone anticipando il futuro.

 

Tags: balconi fioriticambiamenti climaticicambiamento climaclimafiorilinguaggio dei fiori
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