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Ca’ Foscari: Venezia un laboratorio per la sostenibilità

by Eduardo Lubrano
10 Marzo 2022
in Ambiente, Cultura, Primo Piano
CàFoscari

@Pixabay - cafoscari-Irene56

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L’Università Ca’ Foscari Venezia in principio era una scuola. Una scuola superiore di commercio fondata a Venezia nel 1868, fondata sul modello di quella che già dalle metà di quel secolo funzionava e preparava gli imprenditori al successo  ad Anversa in Belgio. Le vicende delle Guerre Mondiali hanno segnato la storia di questo ateneo: durante la prima, la sede fu trasferita in via temporanea a Pisa per allontanarla dal fronte. Durante la seconda continuò la sua attività perchè il centro storico di Venezia fu risparmiato dai bombardamenti. Nel frattempo nel 1935 era passata da Scuola ad Università con tutto quello che comporta un simile passaggio di categoria.

Nel corso degli anni Cà Foscari è sempre stata una università all’avanguardia e pronta ad adattarsi ai cambiamenti sociali e non solo. Un esempio su tutti ci aiuta ad entrare nel mondo della sostenibilità dell’ateneo veneziano. Dal 2013 Cà Foscari è in possesso del  certificato di sostenibilità LEED divenendo il più antico edificio al mondo a conquistare questa prestigiosa certificazione. E questo grazie ad una serie di lavori ed all’attenzione verso lo sviluppo sostenibile che in tutto il palazzo gotico del 1429 nel  sestiere di Dorsoduro ed affacciato sul Canal Grande in volta de canal, in angolo con il rio che prende il suo nome è fortissima da quando è divenuto sede dell’Università

A guidarci dentro la sostenibilità dell’ateneo, come hanno fatto altri suoi colleghi su Impakter Italia per altre università, è Elena Semenzin, delegata della Rettrice alla sostenibilità, professoressa di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali.

Professoressa quanto è difficile essere sostenibili a Venezia?

“E’ una grande sfida in realtà. La nostra Università dal 2013 calcola la propria impronta di carbonio, monitorando il consumo di gas, energia, le missioni e gli spostamenti casa-università per studenti e dipendenti. E cerchiamo di migliorare ogni aspetto. In questa settimana abbiamo presentato alla Rettrice la bozza di Piano di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti Climatici che ora inizierà il percorso di consultazione con i nostri stakeholders. Lavorare sull’efficientamento energetico e sulla produzione e sull’uso di risorse rinnovabili per noi è centrale. Per esempio: nel centro storico di Venezia non si possono installare i pannelli solari sui tetti per non turbare la vista di Venezia dall’alto quindi abbiamo studiato una serie di accorgimenti per sistemarne alcuni su una residenza studentesca di nostra proprietà in centro storico. Discorso diverso ovviamente per il Campus scientifico di Mestre dove abbiamo più margini di manovra“.

Cà Foscari Venezia
La prof.ssa Elena Semenzin

La questione dei pannelli solari della vista dall’alto di Venezia pone un argomento davvero importante. L’Italia è – come dicono in tanti – un museo a cielo aperto che per essere mantenuto tale e continuare ad essere fonte di turismo e dunque guadagno, ha bisogno anche di energia, di lavoro, di risorse umane. Poichè sappiamo di non poter continuare con questo tipo di energia che ci ha portato sull’orlo di un imminente disastro ambientale, è necessario trovare un punto di incontro tra le città d’arte ed il purismo di intellettuali e “pseudo- conservatori” dell’arte e dall’altra i sostenitori delle energie rinnovabili senza le quali non andremo avanti. Oggi vedremo Venezia dall’alto con i suoi tetti bellissimi incontaminati. Tra poco non vedremo più nulla, senza allarmismi, se non cambiamo.

Professoressa Semenzin quali sono le criticità che Ca’ Foscari studia con maggiore attenzione rispetto alla sostenibilità?

“Gli argomenti sui quali possiamo muoverci con maggiore facilità sono gli studi sugli edifici, sul consumo dell’acqua per esempio. Sugli spostamenti già possiamo fare di meno. Essendo entrati nella Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile – RUS (ormai più di 80 Atenei in Italia) facciamo molte attività analoghe ma anche prima abbiamo lavorato in un’ottica di condivisione delle buone pratiche, per dirne una nel 2011 abbiamo redatto le linee guida per la gestione del carbon management degli Atenei italiani. Noi puntiamo molto sulla formazione e sull’educazione perchè siamo convinti che senza una base comune di conoscenze non si può andare avanti. Solo per citare un paio di esempi, nel 2020 abbiamo avviato due nuovi corsi di laurea magistrale che toccano il tema della sostenibilità “Biotecnologie per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile” ed “Environmental Humanities”. Inoltre, il percorso Minor “Energy, Climate Change and Environmental Risks” è aperto agli studenti e alle studentesse che non hanno un indirizzo accademico scientifico perchè crediamo che anche gli studenti e le studentesse delle aree umanistica, economica e linguistica possano avere un ruolo e un interesse importante su questi temi.. Per questo la nostra offerta formativa sui temi della sostenibilità ora copre il 30% (tra corsi di laurea, dottorati, minor, master, ecc.). Accanto a questo, gli studenti possono arricchire il proprio percorso di studio con le Competenze di sostenibilità, attività in cui ricadono la partecipazione ai lavori dell’Orto in Campus (a Mestre), orto che in questa primavera speriamo di rimettere in sesto al cento per cento, e al progettoArte&ostenibilità. Per quest’ultimo, ogni anno ad ArtVerona scegliamo un’artista che ci colpisce particolarmente e lo invitiamo  a lavorare con noi per un certo periodo e poi ad esporre i suoi lavori. L’ultimo anno l’argomento è stato lo spreco di cibo”.

Cà Foscari
Ca’ Foscari Campo Economico- @Flickr-Andrea Avezzù

In questo lavoro, la città di Venezia in quanto patrimonio dell’umanità è un aiuto o meno?

“Come detto Venezia è una sfida. Che offre tanti spunti interessanti, tanti stimoli. Basti pensare alle sfide scientifiche che nascono dal mettere insieme l’arte e la sostenibilità, come ad esempio la conservazione delleopere d’arte in maniera che sia sostenibile per tutti e senza perderne nemmeno un pizzico di fascino. In questo senso la città è un valore aggiunto. Su altre questioni è meno facile di altre. Sull’accessibilità per esempio. Sulla necessità di creare un turismo che sia solo sostenibile. Siamo tra i soci fondatori della Fondazione per “Venezia capitale mondiale della sostenibilità” che sta nascendo. Nel Campus di Treviso che è sempre nostro, abbiamo realizzato l’Università del Volontariato, un corso accademico di 1 anno che ha lo scopo di fornire una vera e propria formazione istituzionale, a chiunque voglia fare quell’attività. Ed in questo senso devo dire che la risposta degli studenti alle nostre sollecitazioni sono molto buone. Di più : vogliono avere un ruolo attivo mai come in questo momento nell’impegno per contribuire alla salvaguardia del territorio, del pianeta. C’è un’Associazione “Ca’ Foscari for Sdgs (i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030) che in autunno in collaborazione con le università e con la RUS farà un evento con altre associazioni simili da tutta Italia. Quello che chiedono è principalmente di contrastare i cambiamenti climatici e lavorare sul sociale sempre dentro i 17 obiettivi. Io credo che Venezia pur con tutti i suoi vincoli, sia un laboratorio perfetto“.

 

Tags: Cà FoscariElena Semenzinsostenibilitàsviluppo sostenibileUniversitàvenezia
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