La pandemia di Covid prosegue imperterrita.La terza dose rialza la protezione vaccinale a circa il 70% contro la nuova variante ma la vera incognita è la durata dell’efficacia della terza dose. Anzi è quasi certo che per le festività di Natale bisognerà indossare, obbligatoriamente, la mascherina anche all’aperto. La misura è stata messa sul tavolo. E del resto molte amministrazioni comunali stanno provvedendo a emanare apposite delibere proprio per imporre l’uso di mascherine nelle vie più affollate, quelle dello shopping che in questi gioulteriormente. E di sicuro scatta l’imposizione laddove si finisce in zona gialla.
Mentre sul fronte esterno, l’esecutivo ha predisposto una stretta per chi arriva in Italia: anche i vaccinati avranno l’obbligo di esibire l’esito negativo di un tampone fatto 48 ore prima, nel caso del molecolare, e 24 ore per il test antigenico. Una misura che ha già provocato reazioni nell’Unione europea.

La proroga di Draghi
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha quindi deciso di prorogare, fino a marzo 2022, lo stato di emergenza. Una situazione che va avanti da ormai due anni, a conferma delle difficoltà a contrastare il Covid-19. Cosa comporta nel dettaglio? Per i cittadini di fatto non c’è nulla che non sia stato già visto: è la semplice continuazione delle misure assunte precedentemente. Da un punto di vista gestionale, invece, il governo conserva la possibilità di agire con strumenti eccezionali, come i ben noti dpcm, per fronteggiare l’eventuale recrudescenza del virus.
In particolare sono possibili procedure speciali per l’acquisto di mascherine, tamponi o vaccini. In questo caso, infatti, il governo può velocizzare l’iter, evitando di bandire le gare d’appalto che altrimenti sarebbero necessarie. Tuttavia, nel prossimo torinese Palazzo Chigi sta valutando le modalità per trasferire le strutture emergenziali in un quadro di “normalità” con apposite unità di missioni.
Il Covid incombe sull’Italia

Il prolungamento dello stato di emergenza giunge in una fase preoccupante della pandemia in Italia, come è chiaro. Di sicuro è già un lontano ricordo il Belpaese colorato tutto di bianco, con un sostanziale ritorno alla normalità per milioni di cittadini. La campagna vaccinale ha ripreso la proprio marcia, con il superamento della soglia simbolica dei 100 milioni di dosi somministrate, tra prime, seconde e booster.
Varie regioni iniziano a colorarsi di giallo, con la prospettiva di diventare arancioni nel caso in cui i contagi non dovessero frenare. Al momento, certo, la zona gialla è molto meno severa rispetto a quella dello scorso anno: impone in sostanza solo l’obbligo di mascherina sempre e limita le tavolate nei locali chiusi, senza particolari restrizioni. Un ipotetico passaggio in arancione sarebbe preoccupante, rendendo praticamente imprescindibile il super Green pass per svolgere le varie attività. Ma soprattutto inizierebbe a vedersi qualche misura restrittiva per gli spostamenti. Inutile dire che cosa significhi finire in zona rossa, che è la riedizione del lockdown.