Agricoltura in Sicilia: l’isola sperimenta varie tecniche e sistemi diversi per non perdere le grandi opportunità che la natura le ha donato in tema di terra fertile, sole, clima e via dicendo. Qui sono nati diversi progetti all’avanguardia dei quali Impakter Italia ha dato conto. Ed ora raccontiamo la storia di quello che accade intorno a Ragusa, una delle città barocche più belle non solo siciliane, ma d’Italia.
Il progetto si chiama INTESA “Innovazione nelle tecnologie a sostegno di uno sviluppo sostenibile dell’agroindustria” e si svilupperà all’interno di quella che viene chiamata “la fascia trasformata” – quella zona dove alla coltivazione stagionale si è sostituita la cultura in serra, che produce primizie per tutto l’anno – da Pachino a Licata. Una zona assolutamente unica in Europa perchè si tratta di 9.000 ettari di serre per produzioni orticole di cui oltre duemila in fuori suolo. Una tecnica avanzata di coltivazione, di sviluppo dell’agricoltura in Sicilia, attraverso la quale promuovere un’agricoltura sostenibile per produrre cibo nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza alimentare, minimizzando i consumi delle risorse idriche, dei nutrienti, dell’energia, azzerando non solo l’inquinamento dei terreni e delle falde acquifere ma anche dei pesticidi.

Come si lavora nella fascia trasformata
Il progetto prevede di promuovere coltivazioni fuori suolo-senza substrato mediante il sistema Agriponic, un avanzato sistema di aeroponica integrata: quel sistema grazie al quale le piante si sviluppano fuori dal terreno, vengono continuamente irrigate con il sistema della nebulizzazione con una pompa ad immersione, in un ambiente completamente controllato in cui è molto difficile la presenza e la diffusione di parassiti e malattie, tipiche della coltivazione in terra. Per questo verrà realizzato un impianto pilota di 2000 mq presso l’azienda agricola della OP Moncada di Ispica. Sarà analizzato un approccio alla gestione del ciclo di vita delle coltivazioni protette che include diversi tipi di azioni tra cui: tecnologie di risparmio idrico per regioni mediterranee aride e semi-aride, azioni di riduzione dei rifiuti, misure di efficienza energetica, riduzione di pesticidi e protezione dei suoli dal consumo e dallo sfruttamento di sostanze chimiche.
Sarà il C.R.E.A.il Centro di Ricerca del Ministero dell’Agricoltura, con sede in Sicilia a Bagheria, invece, che si occuperà del monitoraggio e delle analisi sul ciclo di vita della serra ospitata presso Moncada OP. Il progetto INTESA è cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma ENI di cooperazione transfrontaliera Italia-Tunisia e promosso dalla So.Sv.i. la società del Patto Territoriale di Ragusa, agenzia di sviluppo provinciale. Con loro C.R.E.A., e l’O.P. Moncada di Ispica. Dal lato tunisino sono impegnati l’UTAP, Union Tunisienne de l’Agriculture et de la Pêche (capofila), l’Ecole Nationale des Ingénieurs de Sfax, e l’IIT, Institut International de Technologie de Kairouan. Partner associati del Progetto sono il Comune di Ispica, Il Comune di Scicli, l’Ordine dei dottori agronomi e forestali della Provincia di Ragusa.