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Agenda 2030: siamo in netto ritardo

by Federico Pasquali
28 Aprile 2022
in 2030, Ambiente, Europa, Politica, Primo Piano
Agenda 2030

@Pixabay-SD-Pictuters

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E’ stato appena presentato dall’Ocse il nuovo rapporto sullo stato di avanzamento del raggiungimento globale degli obiettivi dell’Agenda 2030 e la fotografia sullo stato dell’arte è decisamente sbiadita. Se da una parte è stato evidenziato che quasi la totalità dei paesi dell’Ocse sono a buon punto al riguardo del soddisfacimento dei bisogni economici di base e hanno implementato gli strumenti politici e i quadri generali menzionati nell’Agenda 2030, dall’altra si evince come gli stessi stiano avanzando a rilento verso il traguardo fissato per lo sviluppo sostenibile entro la fine di questo decennio. Il dato più significativo recita che i paesi hanno raggiunto, o stanno per raggiungere, solo un quarto degli obiettivi per i quali è possibile valutarne le prestazioni. Secondo il rapporto, i progressi verso 21 obiettivi su questioni quali le garanzie che nessuno venga lasciato indietro, il ripristino della fiducia nelle istituzioni e il limitare le pressioni sull’ambiente naturale sono davvero pochi.

Il rapporto nel dettaglio

Il rapporto utilizza i dati delle Nazioni Unite e dell’OCSE per valutare le prestazioni dei paesi dell’OCSE osservando i loro risultati attuali, se si sono avvicinati o allontanati dagli obiettivi e quanto è probabile che adempiano ai propri impegni entro il 2030. Il rapporto considera anche come i progressi possono essere influenzati dalla pandemia di COVID-19. Considerato il lasso di tempo breve dall’inizio della guerra in Ucraina, ovviamente non può tenerne conto, anche se sono già usciti i risultati di altri studi su questo tema, come  riportato in questo articolo del nostro Eduardo Lubrano.

La strada, dunque, è ancora salita e tortuosa verso il 2030: il rapporto, dal titolo “Misurare la distanza dagli obiettivi SDG”, sostiene infatti che, mentre tutti i paesi dell’OCSE hanno sradicato quasi totalmente la povertà estrema, la maggior parte di loro deve accelerare il passo per ridurre la privazione in modo più ampio. Donne, giovani, adulti e migranti devono affrontare sfide maggiori rispetto al resto della popolazione e, nonostante alcuni progressi, i diritti e le opportunità delle donne sono ancora limitati sia nella sfera privata che in quella pubblica. E ancora i comportamenti malsani come la malnutrizione e il consumo di tabacco, che sembrano essere più comuni tra le fasce socio-economico più basse della popolazione, e le disparità nell’istruzione ancora ampiamente diffusa fin dai primi anni di vita, tendono sempre di più ad esacerbare le disuguaglianze.

Agenda 203
grafico OCSE ultimo rapporto – Misurazione distanza obiettivi agenda al 2022

Sul tema dell’alimentazione, il rapporto rileva che, mentre la maggior parte dei paesi dell’OCSE è vicina all’eliminazione completa della fame grave, pochi di loro saranno in grado di prevenire completamente l’esclusione sociale o ridurre la malnutrizione entro il 2030. In media, circa un residente su otto è considerato povero di reddito, dunque costretto a diete malsane e lo stile di vita sedentario ha portato a un aumento dei tassi di obesità in tutti i paesi dell’OCSE, con una media del 60% degli adulti in sovrappeso o obesi.

Il rapporto conferma anche che le pressioni ambientali sono in aumento. Sono stati compiuti progressi su molti fronti, tra cui l’intensità energetica, l’uso più oculato delle risorse idriche e una migliore gestione dei rifiuti urbani, ma l’uso delle risorse materiali per sostenere la crescita economica rimane ancora troppo elevato e molti materiali preziosi continuano a essere smaltiti come rifiuti.

Sul fronte climatico, è stato rilevato che le emissioni totali sono in lieve calo e che tutti i paesi OCSE continuano a sostenere la produzione e il consumo di combustibili fossili. Per quanto riguarda la biodiversità, nonostante alcuni sviluppi incoraggianti nella protezione degli ecosistemi si rileva come le minacce a quella terrestre e marina sono in aumento. Senza un’azione più determinata, dunque, la perdita di biodiversità continuerà a ritmi vertiginosi.

Agenda 2030
@billycm per pixabay

Le conclusioni dell’OCSE

Presentando i risultati del rapporto, il vice segretario generale dell’OCSE Jeff Schlagenhauf ha dichiarato: “Gli SDG sono la nostra promessa e la nostra responsabilità nei confronti delle generazioni future. Sebbene questo rapporto mostri che alcuni obiettivi sono lontani dall’essere raggiunti, lo slancio per l’azione internazionale è forte. Le occasioni per avanzare sono tante e non vanno sprecate visto il poco tempo rimasto. Per cogliere queste opportunità, abbiamo bisogno di una comprensione rigorosa di quanto velocemente stanno avanzando i Paesi verso i loro obiettivi e quali dovrebbero essere le priorità d’azione”. Un messaggio chiaro indirizzato agli oltre 100 Paesi dell’OCSE ai quali ormai rimangono pochi anni per tentare di salvare il nostro pianeta e il futuro dell’uomo.

 

 

Tags: agenda 2030OSCErapporto sui 17 obiettivisviluppo sostenibile
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