Lavoratori part-time e redditi bassi: un vuoto di tutele nel 2025

La scomparsa dell’esonero contributivo

Nel 2025, i lavoratori part-time con un reddito annuale inferiore agli 8.500 euro affrontano una significativa sfida economica. L’abrogazione dell’esonero contributivo IVS del 7%, un beneficio che nel 2024 alleggeriva il carico fiscale dei dipendenti di circa 50-60 euro al mese, rappresenta una perdita tangibile per questi lavoratori. Per loro, che operano principalmente part-time, questa agevolazione rappresentava una piccola ma importante boccata d’ossigeno nelle finanze mensili.

Dentro la no tax area ma fuori dai benefici

Un aspetto particolarmente critico della situazione riguarda il posizionamento di questi lavoratori all’interno della cosiddetta “no tax area”. Chi guadagna meno di 8.500 euro all’anno non paga l’IRPEF, il che teoricamente li esenta da certe tassazioni ma, al contempo, li esclude anche dai benefici associati, come il Bonus 100 euro . Inoltre, le nuove detrazioni fiscali introdotte dalla Manovra 2025 non possono essere applicate a queste persone, lasciandole senza altri appoggi economici che possano compensare l’impatto delle mancate agevolazioni precedenti.

Promesse e mancate azioni del governo

Nonostante il riconoscimento ufficiale del problema da parte del Governo, ancora non si sono visti interventi concreti per supportare questo segmento di lavoratori. Dopo un mese dalle dichiarazioni, non ci sono stati annunci o piani d’azione tangibili per fornire misure correttive. Questo immobilismo accentua il disagio per coloro che lavorano tra le 16 e le 24 ore settimanali, molti dei quali trovandosi ora dinanzi a un paradosso: più si lavora, meno sostegno si riceve.

Il paradosso del lavoro part-time

L’assenza di soluzioni operative causa un paradosso evidente: chi lavora meno guadagno potrebbe ricevere più aiuti rispetto a chi, pur impegnandosi lavorativamente, non vede crescere i supporti fiscali o contributivi. La discontinuità rispetto al 2024 è palese e porta a una situazione dove lo stesso stipendio percepito fino a dicembre del 2024 appare oggi ridotto, a causa del ritorno ad aliquote contributive più alte.

La struttura esistente desidera che il lavoro part-time non venga penalizzato, ma senza interventi mirati il rischio è quello di lasciare inerme una fascia di lavoratori già vulnerabili, costretti a fare i conti ogni mese con un bilancio sempre più stressato dall’assenza di agevolazioni fiscali e contributive adeguate. La questione è aperta e attende risposte con urgenza.

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